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Dl rilancio, 'buco' da 100 milioni: verso rinvio in Commissione

Il decreto in discussione alla Camera. Lega: "Governo allo sbando"

(Afp)
(Afp)
06 luglio 2020 | 14.07
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Misure per il Mezzogiorno a rischio copertura nel decreto rilancio, da stamattina in discussione alla Camera. A quanto si apprende da fonti parlamentari dell'opposizione, il dl potrebbe, proprio per verificare queste coperture, tornare in Commissione Bilancio di Montecitorio. Si tratta di norme, a quanto riferito, presentate con stime di spesa basse, che invece necessitano di maggiori investimenti. Emendamenti su cui il governo aveva già dato parere positivo.

A rischio, in particolare, sarebbero le misure per la sospensione dei mutui delle Regioni speciali, il credito d'imposta per le attività di ricerca e sviluppo nelle aree del Mezzogiorno e nelle Regioni colpite dagli eventi sismici degli anni 2016 e 2017. Si tratta di coperture per complessivamente circa 100 milioni. La decisione sul ritorno del decreto in Commissione Bilancio arriverà nel pomeriggio, dopo il voto procedurale previsto. La discussione in Aula è stata sospesa ed è poi ripresa alle 15.

Lega all'attacco. "Decreto rilancio in aula. Anzi no perché ci sarebbero emendamenti scoperti. E’ vergognoso che dopo settimane di ritardo il dl rilancio che doveva essere finalmente discusso oggi alla Camera rischia di tornare nuovamente in commissione perché ci sarebbero emendamenti senza coperture economiche" affermano i deputati della Lega in Commissione Bilancio.

"Questo governo è allo sbando totale. L’ennesima prova dell’improvvisazione di un esecutivo incapace di affrontare la situazione e bravo solo a fare annunci per prendere in giro gli italiani", concludono i leghisti.

"Chi non capisce la sua scrittura è un asino addirittura - rincara il senatore Alberto Bagnai, responsabile economico della Lega - Il governo continua a emanare provvedimenti ingestibili, con lo svantaggio di non riuscire a gestirli". "Abbiamo più volte criticato questo modo di fare del governo, che per far contente tutte le componenti di maggioranza trasforma in enormi decreti 'omnibus' tutti i provvedimenti di gestione dell’emergenza. Per dare a ognuno la propria quota di marchette, si disperdono risorse, si ritardano i tempi, e si rende impossibile una analisi approfondita" aggiunge Bagnai.

"Il ritorno in commissione del dl rilancio - prosegue - dimostra che questa nostra critica non è teorica, ma ha un impatto pratico. Nonostante una gestione impeccabile da parte del presidente Borghi, l’incapacità dei sottosegretari di gestire il pallottoliere degli emendamenti ha lasciato il provvedimento senza copertura per oltre 100 milioni. Il problema non è tecnico, in questo caso, ma politico. Gli uffici della Ragioneria sono essi stessi travolti dall’arroganza e dall’incompetenza di una compagine di governo che invece di stabilire un rapporto costruttivo con l’opposizione la denigra, attribuendole la responsabilità di ritardi che sono esclusivamente dovuti all’incapacità della maggioranza. In assenza di un percorso condiviso e in presenza di un simile spreco di tempo e risorse, la Lega non darà deleghe in bianco in occasione del voto sullo scostamento", conclude Bagnai.

Claudio Borghi Aquilini, presidente della Commissione Bilancio della Camera è furioso dopo aver verificato che alcuni emendamenti che in commissione avevano ricevuto parere favorevole del governo erano in realtà privi di copertura. "Non si può lavorare così - afferma - un mese di lavoro eccellente in commissione da parte dei deputati di tutti i partiti su un provvedimento impossibile da gestire per poi scoprire che qualcuno a Palazzo Chigi aveva fretta di rivendersi risultati sbagliando i conti. Se non sanno lavorare le possibilità sono due, o la smettono di fare provvedimenti che contengono di tutto, dalla cassa integrazione ai monopattini o, scelta migliore, si dimettano lasciando agli Italiani la decisione su chi debba gestire un futuro che si prospetta molto difficile".

"Infine", conclude Borghi Aquilini, "questa situazione spiacevole serve a ricordare come il Parlamento debba tornare velocemente ad essere il centro delle decisioni. Provvedimenti simili necessitano assolutamente di tre letture perché, come si è visto, non si può fare affidamento sul governo".

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