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Mattarella: "Crisi non è finita, unità e responsabilità"

E' iniziata con l'Inno d'Italia la cerimonia all'Altare della Patria in occasione della Festa della Repubblica. Il capo dello Stato ha deposto la corona d'alloro, le Frecce Tricolori hanno sorvolato Roma. Nel messaggio ai prefetti: il 2 giugno sia una giornata per riflettere "sui valori fondativi repubblicani". Poi sottolinea: "Cresciuta marginalità, nuove forme di povertà e discriminazione"

(Foto Quirinale)
(Foto Quirinale)
02 giugno 2020 | 09.12
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E' iniziata con l'Inno d'Italia la cerimonia all'Altare della Patria, in occasione della Festa della Repubblica, durante la quale il capo dello Stato Sergio Mattarella ha deposto una corona di alloro. Al contrario di quanto avvenne il 25 aprile, insieme a Mattarella sono presenti anche altre le più alte cariche istituzionali e dei vertici militari. Tra gli altri, il presidente del consiglio Giuseppe Conte, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, i presidenti della Camera e del Senato, Roberto Fico e Maria Elisabetta Casellati, la presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia. Tutti indossano la mascherina.

"Cari Prefetti, nel 74° anniversario della fondazione della Repubblica rivolgo a voi – e, per il vostro tramite, agli amministratori locali e a tutti coloro che ricoprono pubbliche funzioni – l’augurio più sincero affinché questa data sia occasione per ciascuno di una rinnovata riflessione sui valori fondativi repubblicani. La ricorrenza del 2 giugno coincide quest’anno con un momento particolarmente difficile per il Paese, che si avvia alla ripresa dopo la fase più drammatica dell’emergenza sanitaria da Covid-19"., si legge nel messaggio inviato ai Prefetti d'Italia.

Mattarella: "2 giugno con dolore ma verso nuovo inizio"

"Le dimensioni e la gravità della crisi, l’impatto che essa ha avuto su ogni aspetto della vita quotidiana, il dolore che ha pervaso le comunità colpite dalla perdita improvvisa di tante persone care, hanno richiesto a tutti uno sforzo straordinario, anche sul piano emotivo - sottolinea il capo dello Stato - . L’eccezionalità della situazione ha determinato difficoltà mai sperimentate nella storia della Repubblica, ponendo a tutti i livelli di governo una continua domanda di unità, responsabilità e coesione".

"Nella prima fase dell’emergenza - ricorda Mattarella - voi Prefetti siete stati fortemente impegnati a garantire da un lato l’attuazione delle misure di contenimento del contagio, dall’altro la continuità delle filiere produttive e dei servizi essenziali nonché, più in generale, la tenuta sociale ed economica dei territori. Affiancando e sostenendo, con generosità e abnegazione, l’azione dei Sindaci, delle Autorità sanitarie e di tutte le componenti del sistema di Protezione Civile, siete stati un sicuro punto di riferimento per le Istituzioni locali e i singoli Cittadini".

"Molte sono state le vittime della malattia fra quanti la hanno affrontata per motivi professionali o per incarichi ricoperti: rivolgo il mio grato, commosso pensiero a Sindaci, Sanitari, appartenenti alle Forze dell’ordine e a tutti i pubblici dipendenti deceduti a causa del virus", dice il capo dello Stato, ricordando come "non sono mancati – anche tra voi Prefetti – coloro che sono stati colpiti dal contagio e hanno tuttavia continuato, anche dall’isolamento o dalla degenza e con strutture amministrative spesso indebolite dall’epidemia, a spendersi senza riserve nell’interesse della comunità: ad essi rivolgo un particolare ringraziamento e l’augurio di un definitivo ristabilimento".

"La crisi non è terminata - avverte Mattarella - e tanto le Istituzioni quanto i Cittadini dovranno ancora confrontarsi a lungo con le sue conseguenze e con i traumi prodotti anche nelle dimensioni più intime della vita delle persone. La necessità di frenare la diffusione del virus ha imposto limitazioni alla socialità, sacrificando l’affettività e i legami familiari; i più giovani sono stati temporaneamente privati dei luoghi in cui si costruisce e rafforza il senso civico di una collettività, primi fra tutti la scuola e lo sport; distanze e diffidenze hanno accresciuto le situazioni di solitudine e di marginalità delle persone più deboli, esposte a nuove forme di povertà, deprivazione e discriminazione, quando non di odioso sfruttamento".

Per il presidente della Repubblica "allo stesso tempo, la sospensione delle attività produttive e commerciali ha acuito le difficoltà degli operatori economici, rendendoli, inoltre, più esposti e vulnerabili ai tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata; nuove emergenze e incertezze incombono sulle prospettive occupazionali di molti comparti da cui dipendono il benessere e la serenità di intere aree del Paese".

"Rispetto a tali rischi, i Prefetti - sottolinea il capo dello Stato - sono chiamati ad una paziente attività di mediazione sociale e di tessitura e confronto con le altre Autorità locali per definire, in ciascun territorio, efficaci modelli di prevenzione e intervento, adeguati alle specificità dei singoli contesti. Il senso di responsabilità e le doti di resilienza che hanno animato le comunità nei momenti più drammatici della crisi vanno ora trasposti in un impegno comune verso gli obiettivi del definitivo superamento dell’emergenza e di una solida e duratura ripresa".

"Con questi sentimenti, rinnovo i più cari auguri di buon lavoro a voi Prefetti e a tutte le Istituzioni locali, con l’auspicio che la ricorrenza del 2 giugno possa rafforzare la consapevolezza e l’orgoglio della missione cui ciascuno è chiamato anche in questo delicato passaggio della storia del Paese", conclude il capo dello Stato.

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