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Agcom multa la Rai per 1,5 milioni di euro

Violazione del contratto di servizio per non aver rispettato i principi di indipendenza, imparzialità e pluralismo. Azienda diffidata per mancato rispetto dei principi di non discriminazione e trasparenza sul pricing della vendita pubblicitaria. Rai: "Stupiti". Pd: "Via Salini e vertici informazione"

(Fotogramma)
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14 febbraio 2020 | 17.40
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L'Autorità per le comunicazioni multa la Rai per non aver rispettato i principi di indipendenza, imparzialità e pluralismo con una sanzione da 1,5 milioni. Lo comunica l'Agcom spiegando che la decisione è stata presa "a seguito di un monitoraggio costante e continuo dal quale sono emersi numerosi episodi riguardanti la programmazione diffusa dalle tre reti generaliste".
L'Autorità ha accertato "il mancato rispetto da parte di Rai dei principi di indipendenza, imparzialità e pluralismo, riferito a tutte le diverse condizioni e opzioni sociali, culturali e politiche, così - spiega - da garantire l’apprendimento e lo sviluppo del senso critico, civile ed etico della collettività, nel rispetto della dignità della persona, del diritto e dovere di cronaca, della verità dei fatti e del diritto ad essere informati".

L’Agcom "in ragione dell’ampiezza e della durata delle infrazioni, ma tenendo conto di alcune iniziative ripristinatorie, ha ritenuto di irrogare una sanzione pecuniaria di 1,5 milioni di euro, ai sensi dell’art. 48 comma 7 del Tusmar (il Testo unico sulla radiotv). Relativamente all’irrogazione della sanzione si è registrato il voto contrario del Commissario Morcellini e l’astensione del Commissario Posteraro" precisa l'Autorità.

Il Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha accertato, con due diverse delibere, di cui una si riferisce alla vendita di spazi pubblicitari, "alcune violazioni degli obblighi di contratto di servizio da parte della concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo".

In tema di rispetto dei principi di indipendenza, imparzialità e pluralismo l’Autorità ha diffidato la concessionaria pubblica "affinché elimini, nella vigenza del contratto di servizio 2018-2022, le violazioni e gli effetti delle infrazioni accertate, adottando specifiche misure volte a garantire il rispetto degli obblighi e a evitare il ripetersi delle violazioni in futuro, richiamando l’importanza della responsabilità editoriale pubblica della concessionaria", sottolinea una nota.

"Nella vigilanza della missione di servizio pubblico non sono le singole fattispecie – su cui la società ha spesso messo in atto azioni ripristinatorie o correttive - a rilevare ma l’effetto che tali condotte hanno generato e potrebbero generare sui valori della collettività e i diritti dei cittadini, nonché sul valore di utilità pubblica e sociale del canone del servizio della concessionaria" conclude l'Agcom.

L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha accertato inoltre "all’unanimità, il mancato rispetto dei principi di non discriminazione e trasparenza, in relazione al pricing effettivamente praticato, dalla concessionaria Rai, nella vendita degli spazi pubblicitari", spiega l'Agcom che "di conseguenza ha diffidato la Rai a cessare immediatamente i comportamenti contestati, anche al fine di consentire ad Agcom la verifica del corretto utilizzo delle risorse pubbliche (canone) e private (pubblicità) per il finanziamento delle attività e della programmazione di servizio pubblico".

RAI "STUPITA" - La Rai "prende atto con grande stupore delle decisioni del Consiglio di oggi dell’Autorità che ha inteso censurare il Servizio pubblico per asserite violazioni del Contratto di servizio, segnatamente in tema di pluralismo informativo. Nel riservarsi di esaminare in dettaglio il provvedimento quando sarà notificato, per una più compiuta valutazione nel merito, Rai non mancherà di rappresentare nelle opportune sedi la correttezza del proprio operato in coerenza con il ruolo assegnatole dalle leggi, anche da quelle che tutelano l’autonomia dei giornalisti". E' quanto si legge in una nota di Viale Mazzini.

"Il Servizio pubblico resta sempre impegnato, anche nella presente complessa congiuntura, nella tutela della libera informazione e nella rappresentazione corretta del dibattito presente nel Paese a beneficio in primo luogo dei cittadini che pagano il canone, tutto ciò sempre nel più scrupoloso rispetto delle norme cui è sottoposto", conclude la nota.

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