Dopo il Mes, il nutri-score. Il leader leghista Matteo Salvini lancia una nuova battaglia dagli studi di 'Porta a Porta'. E se la sigla che individua il meccanismo europeo di stabilità (meglio noto come fondo salva stati) non è più un mistero, dopo le tensioni che hanno contraddistinto il dibattito di questi giorni in Parlamento, per gli italiani è già ora di prendere dimestichezza con un altro termine di 'nicchia' che potrebbe essere oggetto di un nuovo braccio di ferro politico.
Il nutri-score, già diventato un hashtag di tendenza sui social, è in estrema sintesi un bollino con il quale vengono classificati gli alimenti. Questo sistema di etichettatura dei prodotti alimentari, sviluppato da un gruppo di ricercatori universitari francesi, compare già sui prodotti alimentari di alcuni paesi e per un numero attualmente limitato di marchi, ma secondo i detrattori di questo metodo potrebbe presto essere adottato dall'Unione Europea.
Il sistema utilizza due scale correlate per classificare la qualità dei prodotti: una cromatica divisa in cinque gradazioni dal verde al rosso e una alfabetica con lettere che vanno dalla A alla E. I prodotti vengono suddivisi in cinque categorie e il punteggio è determinato in base ai nutrienti che contengono. Fibre, proteine, frutta e verdura rientrano tra gli ingredienti 'buoni' e possono determinare un punteggio positivo. Altri ingredienti come grassi saturi, zucchero e sodio potrebbero invece influire negativamente se utilizzati a livelli elevati. Secondo Salvini questo tipo di classificazione potrebbe danneggiare alcuni prodotti del 'made in Italy' venduti in tutto il mondo come il pecorino romano, il gorgonzola o il prosciutto crudo.
Nel 2018 la rivista Nutrients ha 'eletto' il nutri-score come il sistema più chiaro ed efficace rispetto alle altre opzioni. Nel corso degli anni molte grandi aziende hanno cercato di proporre delle loro ipotesi di etichette alternative, senza trovare però risultati soddisfacenti. La decisione di adottare Nutri-Score da parte di Nestlé ha scatenato le prime polemiche in Italia, con Coldiretti e Codacons che hanno bollato come "ingannevole e sbagliata" questa etichetta. Secondo le due associazioni il sistema 'a semaforo' è una semplificazione estrema che potrebbe danneggiare alcuni prodotti, macchiandoli come nocivi a prescindere dalle quantità consumate.