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"Paradossale, ci mandano via": sciopero precari che formeranno navigator

Protesta lavoratori Anpal servizi: "Chiediamo stabilizzazione delle 654 persone che da anni lavorano per il ministero"

La protesta sotto la sede a Roma di Anpal servizi
La protesta sotto la sede a Roma di Anpal servizi
23 maggio 2019 | 16.32
LETTURA: 3 minuti

di Cristiana Deledda
Rischiano di trovarsi senza uno straccio di lavoro i precari, alcuni da 10 anni, chiamati a formare i 3.000 navigator, strategici nella partita del reddito di cittadinanza. E' il paradosso che stanno vivendo i lavoratori di Anpal servizi, partecipata al 100% da Anpal, l’Agenzia del ministero del Lavoro che coordina le politiche attive del lavoro, che hanno incrociato le braccia per uno sciopero di 8 ore indetto dalle sigle sindacali, con presidi in tutta Italia.

A Roma, sotto la sede centrale di Anpal servizi, stanno manifestando da questa mattina circa 200 persone. In media hanno sulle spalle 10 anni di precariato e chiedono la stabilizzazione di 654 precari, di cui 515 collaboratori e 136 lavoratori a tempo determinato, che da anni lavorano per il ministero su progetti con i fondi sociali-europei, per la transizione scuola-lavoro, in poche parole per favorire l'inserimento lavorativo.

''Il paradosso - dice all'AdnKronos Daniela Piazza, precaria da otto anni - è che in mancanza di prospettive per noi vengono inseriti altri 3000 precari, con contratti di collaborazione, mentre già da questi giorni alcuni di noi sono stati mandati a casa. E' una visione miope perché se vuoi puntare su politiche attive del lavoro non tratti così persone formate che da 20 anni si occupano di questi temi''.

Nessun sponda dal nuovo direttore Mimmo Parisi, arrivato dal Mississippi e voluto da Luigi Di Maio. ''Ha avuto un atteggiamento di chiusura, per lui siamo solo esuberi. Ci ha detto solo che nei prossimi mesi verrà fatto un concorso pubblico che, utilizzando un milione previsto dalla legge sul reddito di cittadinanza, in base all'interpretazione dell'azienda, stabilizzerà una ventina di persone. Rispetto a quanti siamo sono numeri ridicoli. E comunque riguarderà solo i tempi determinati mentre per i collaboratori, alcuni anche con 18 anni di precariato, non si è aperta nessuna strada. Solo quella di tornarsene a casa''.

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