La conclusione potrà arrivare già lunedì prossimo 15 febbraio
Sarà un procedimento lampo il processo di impeachment di Donald Trump che si apre oggi al Senato, e la sua conclusione, con la scontata assoluzione dell'ex presidente dal momento che non vi saranno i 17 voti repubblicani necessari a condannarlo, potrà arrivare già lunedì prossimo 15 febbraio, giorno in cui si celebra, ironia della sorte, il Presidents' Day.
E' quanto si legge tra le righe dell'accordo raggiunto tra il leader della maggioranza dem, Chuck Schumer, e quello della minoranza repubblicana, Mitch McConnell, che si sono trovati uniti nella necessità, per motivi diversi, di avere un processo quanto mai rapido. In teoria, come ha ricordato ieri il leader dem, rimane ancora aperta la possibilità che dopo i quattro giorni di dibattimento, i manager chiedano un voto per estendere i tempi e convocare testimoni. Ma fonti del Senato affermano che al momento questa ipotesi appare improbabile.
Lo schema concordato prevede che oggi il primo giorno di processo verrà dedicato ad un dibattimento sulla questione cruciale per la difesa di Trump, cioè la costituzionalità di un impeachment contro un presidente non più in carica. La questione è dibattuta, con i democratici che hanno dalla loro il parere positivo di oltre 150 costituzionalisti, anche conservatori, e di un paio di precedenti storici.
Gli avvocati di Trump ovviamente citeranno pareri ed argomenti contrari, che sono condivisi anche dalla stragrande maggioranza dei senatori repubblicani, che siedono tra i giurati nel processo: 45 su 50 hanno infatti già votato nei giorni scorsi una mozione sull'incostituzionalità dell'impeachment. Anche il dibattimento di oggi si concluderà con un voto: sicuramente vi sarà una maggioranza in favore della costituzionalità, ma è improbabile che un gran numero di repubblicani cambierà idea rispetto al precedente voto.
Domani inizierà il dibattimento vero e proprio, con accusa e difesa che avranno 16 ore ciascuna, divise in due giorni, per presentare il proprio argomento. Inizialmente si era previsto che mercoledì e giovedì sarebbe stata data la parola all'accusa, mentre la difesa avrebbe presentato il suo caso venerdì e domenica, accogliendo la richiesta di uno degli avvocati di Trump, David Schoen, di permettergli di osservare il shabbat.
Ma ieri sera l'avvocato ha comunicato al Senato di rinunciare alla richiesta di fermare per un giorno il processo, per ritardare "un processo che è importante portare ad una conclusione per le persone coinvolte e per il Paese".
Conclusa la presentazione di accusa e difesa, i senatori-giurati avranno quattro ore per presentare domande scritte alle parti, seguite da due ore di dibattito. A questo punto potrà essere avanzata la richiesta di presentare testimoni, che dovrebbe essere poi messa i voti.
Se il Senato dovesse veramente decidere di ascoltare testimoni, si allontanerebbe l'ipotesi di un processo lampo, e maggioranza e minoranza dovrebbero negoziare un nuovo accordo per un programma che potrebbe durare ancora settimane.
"Si apre un vaso di Pandora se si chiama anche un testimone", ha avvisato Lindsey Graham, senatore repubblicano che sta consigliando Trump sull'impeachment, sottolineando che se i democratici chiameranno i loro testimoni, anche i legali di Trump lo faranno paralizzando per settimane il Senato e la progressione dell'agenda legislativa dell'amministrazione Biden.
Donald Trump si prepara a seguire il suo secondo processo di impeachment, mostrandosi ai suoi fiducioso non solo nella scontata assoluzione, ma nel fatto che il procedimento sarà il preludio del suo ritorno sulla scena politica. E parlando con loro "paragona questo momento a quello della pausa tra due stagioni di "The Apprentice', in cui si costruiva l'anticipaizone e l'attesa per quello che sarebbe avvenuto", ha rivelato a Politico un consigliere dell'ex presidente, riferendosi allo celebre show televisivo condotto da Trump.