Johnson nel 1868 e Bill Clinton nel 1998, entrambi assolti, Nixon si dimise prima di voto articoli
Donald Trump passerà alla storia come il primo presidente messo sotto impeachment per due volte durante il suo unico mandato alla Casa Bianca. Prima del processo che si apre oggi contro l'ex presidente, accusato di aver istigato l'insurrezione del 6 gennaio per impedire il riconoscimento da parte del Congresso della vittoria di Joe Biden, Trump già un anno fa aveva affrontato un processo per quello che era stato soprannominato il Kievgate.
Il 5 febbraio del 2020 era stato poi assolto dall'accusa di abuso di potere ed ostruzione all'attività del Congresso per aver fatto pressioni sul presidente ucraino, bloccando gli aiuti degli Usa a Kiev, per ottenere che Biden fosse messo sotto inchiesta in Ucraina per le attività del figlio Hunter.
Trump è il terzo presidente della storia degli Stati Uniti ad essere sottoposto ad un processo di impeachment per "high Crimes and Misdemeanors", come la Costituzione indica i crimini per i quali un capo dello stato può essere processato e, se trovato colpevole da due terzi dei senatori, vale a dire 67 su 100, rimosso.
Gli altri due presidenti sono stati Andrew Johnson 1868 e Bill Clinton nel 1998. Per entrambi il processo si concluse con l'assoluzione. Non aveva invece questa prospettiva Richard Nixon travolto dallo scandalo Watergate. Di fronte alla possibilità di una condanna e rimozione dall'incarico, il presidente repubblicano si dimise il 9 agosto 1974, prima che la commissione potesse approvare i tre articoli di impeachment, vale a dire i capi di accusa, contro di lui.
Per Clinton la commissione Giustizia prima e l'aula della Camera allora controllata dai repubblicani approvò i due articoli di impeachment contro il presidente accusato di aver mentito ad un grand jury sulla sua relazione con Monica Lewinsky e così di aver ostacolato il corso della Giustizia. L'impeachment di Clinton fu approvato in aula il 19 dicembre.
Come è noto Clinton poi fu assolto nel processo al Senato che era controllato da una maggioranza democratica. Il processo, presieduto dall'allora giudice capo della Corte Suprema, William Rehnquist, iniziò a gennaio e si chiuse, il 12 febbraio, con l'assoluzione del presidente democratico che concluse poi il suo secondo mandato con un alto tasso di popolarità.
Johnson divenne il primo presidente americano messo in stato d'accusa nel marzo del 1869 quando la Camera approvò due articoli per aver violato una legge licenziando un segretario di gabinetto senza l’autorizzazione del Congresso.
A maggio, in due successive votazioni, il Senato non riuscì a condannarlo, con 35 voti in favore e 19 contrari. Nel processo di impeachment per arrivare alla condanna e quindi la rimozione del presidente la Costituzione richiede una maggioranza qualificata dei due terzi dei senatori, cioè 67 voti.