'Il democratico ha approccio distante dall'attuale presidente, ma su temi come la Nato forse cambierà meno di quanto previsto. Ma non si può fingere che Trump non sia mai esistito, indietro non si torna'
In questo 2020 “in diversi paesi i populisti hanno già subito disfatte elettorali e lo stesso coronavirus – visto che questi sono stati spesso anche negazionisti - in qualche modo li rimanda nell'angolo” anche perché Biden “con la sua storia e la sua esperienza va contro l'idea che bisogna spazzare via le vecchie classi politiche: con lui c’è un ritorno alla moderazione e si contrasta la ‘virtu' dell’inesperienza’ invocata dai populisti”. Lo sottolinea all'Adnkronos Jean-Pierre Darnis, studioso di relazioni internazionali, consigliere scientifico dello IAI e professore associato all’Università di Nizza.
“In Europa c’è stato un evidente sospiro di sollievo perché spesso la situazione interna degli Usa viene percepita come se fosse parte integrante della nostra visione politica e quindi per questo la vittoria di Biden sembra molto più vicina alle nostre posizioni. Con la sua presidenza - osserva - insomma ci sarà un dialogo più ‘educato’ visto che ci saranno comportamenti e riferimenti più comuni” rispetto all' ‘alieno’ Trump tuttavia “sul fronte degli interessi da difendere e sul cambio di politica è tutto da vedere”.
Darnis evidenzia come con Trump "c’è stato un 'divorzio' dall’Europa su molti temi importanti”, dalla Cop 26 all’Accordo di Parigi, dai negoziati sul nucleare con la Russia all’Iran. Ora, spiega, “rispetto al predecessore Biden sarà magari meno aggressivo e avrà toni più accettabili ma alla fine magari dirà le stesse cose, ad esempio sulla necessità di un maggiore impegno europeo nella Nato” e "sull'orientamento strategico globale, dalla posizione americana nel mondo alla contrapposizione alla Cina forse non ci saranno grandi cambiamenti”.
Per lo studioso francese, insomma, Biden probabilmente “sul fronte commerciale negozierà in modo meno aggressivo ma dobbiamo guardare la sostanza” e potrebbero non esserci grosse novità. Il fatto è - osserva - che "non bisogna pensare che tutto possa cambiare in modo radicale”: con i quattro anni di Trump “la democrazia negli Usa è cambiata e non si può tornare indietro".
"Possiamo pensare che l’arrivo di Biden alla Casa Bianca renderà alcuni processi politici molto più gestibili" ma di sicuro, invita Darnis, “non si può far finta che gli ultimi 4 anni non siano esistiti, anche perché in questi anni il populismo alla Trump è cresciuto anche in Europa”.
Quello impersonificato dal tycoon “è un atteggiamento politico ormai 'patrimonio comune’ delle democrazie occidentali, non è una parentesi”. Peraltro, “Trump ha comunque raccolto un grande numero di voti, perché c'è una polarizzazione in corso negli Usa. E su questo – conclude l’analista - non si torna indietro”.