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Covid e Natale, Cts: misure più severe ma no lockdown

Covid e Natale, Cts: misure più severe ma no lockdown
15 dicembre 2020 | 21.33
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"Alla fine abbiamo raggiunto un accordo su un'indicazione, è necessario inasprire le misure di controllo della pandemia. Lockdown totale? E’ un’indicazione che nessuno si è sentito di dare". Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, a Cartabianca si esprime così sulla posizione dell'organismo in relazione alle misure da adottare a Natale per arginare la diffusione del coronavirus.

"Oggi è stata una giornata particolarmente complessa e difficile, con un dossier delicato da discutere. Abbiamo animate discussioni tra 26 persone che devono dare indicazioni rilevanti, è normali che ci siano opinioni diverse e contrapposizioni. Alla fine abbiamo raggiunto un accordo su un’indicazione, è necessario inasprire le misure di controllo della pandemia. Lockdown totale? E' un'indicazione che nessuno si è sentito di dare, usciamo da 2 mesi di restrizioni piuttosto significative che in alcune parti del paese hanno dato risultati", dice. "Non è il medico o l'epimiologo che decide come si fa un lockdown, è una decisione politica complessa. Se guardo a quello che succede al di là dei confini, vedo che la maggioranza dei paesi dell'Ue sta andando in quella direzione. Cosa farei io? Sono un tecnico, non un politico... Non me lo chieda...".

"Questa maledetta curva in qualche modo si è fermata e sta discretamente scendendo, gli indicatori sono paradossalmente favorevoli e positivi nonostante il numero dei morti. Andiamo incontro ad un periodo estremamente delicato, tipico delle condizioni opposte a quelle necessarie. L’inasprimento delle regole significa che dobbiamo stare molto attenti agli spostamenti, che avverranno in tutto il paese. Oggi abbiamo il problema in tutto il paese e gli spostamenti complicano la situazione", aggiunge. "Si ritrovano congiunti che di fatto sono estranei, si riuniscono dopo tanti mesi arrivando da luoghi diversi e potenzialmente sono pericolosi", spiega.

Ci sarà un giro di vite per negozi e ristoranti? "Le indicazioni che ci sentiamo di dare derivano dall'esperienza vissuta nell'ultimo weekend, drammatico per molti punti di vista, con assembramenti nelle vie dello shopping: dobbiamo restringere molto, purtroppo dobbiamo farlo in uno dei momenti più belli. Credo che una decisione di serrare le fila dovrà essere presa, ci proiettiamo verso l'inizio dell'anno: il 7 gennaio la gente tornerà al lavoro e i ragazzi dovrebbero tornare a scuola, dove non vanno da mesi", prosegue.

"La riapertura delle scuole mobilità 10 milioni di persone e sono un rischio potenziale, visti i pericoli legati agli spostamenti. Ma non possiamo immaginare di tenere i ragazzi a casa con la Dad per i prossimi 6 mesi", afferma ancora. "Il governo sta lavorando, le prefetture stanno lavorando: bisogna garantire le condizioni di sicurezza, i ragazzi tornano se ci sono le condizioni di sicurezza". "Se ci comportiamo male durante le vacanze di Natale, rischiamo di avere dei problemi quando comincerà la campagna di vaccinazione. Non possiamo arrivarci deboli e con gli ospedali pieni", dice pensando all'imminente partenza della campagna di vaccinazione. Quando sarà raggiunta l'immunità di gregge? "Auspico sia ottenibile la vaccinazione del 70-75% prima dell'estate".

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