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Mascherine, multe e ricorsi: tutto quello che c'è da sapere

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18 novembre 2020 | 06.48
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La mascherina protettiva si conferma il metodo ad oggi più efficace per evitare il contagio; per questo la sua obbligatorietà è stata estesa a tutti i luoghi all'aperto: strade, piazze, parchi pubblici e centri storici, anche dove è rispettata la distanza di sicurezza di almeno un metro e durante l'attività motoria. Cosa rischia chi non indossa la mascherina, scrive Money.it, è stabilito nei recenti DPCM e ordinanze locali, alcune delle quali - è il caso di Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia - vietano di toglierla anche per mangiare e fumare, se non è assicurato il distanziamento. Ai trasgressori viene comminata la multa sancita dal decreto Cura Italia che oscilla da 400 a 1000 euro che può essere aumentata in caso di violazioni reiterate, a discrezione delle Forze dell'ordine. Per questa violazione non ci sono conseguenze penali; si tratta, infatti, di una sanzione di tipo amministrativo e, come tale, può essere pagata in misura ridotta del 30% entro 5 giorni dalla notifica. Se a non indossare la mascherina protettiva sono i ragazzi sotto i 14 anni, la multa sarà a carico dei rispettivi genitori o tutori. Rischia la sanzione anche chi indossa la mascherina sotto il mento o lascia scoperto naso o bocca.

Quando e come si possono contestare? Chi ritiene di aver subito una multa ingiusta può fare ricorso secondo le vie ordinarie, come previsto per le contravvenzioni stradali: entro 30 giorni dinanzi al giudice di pace oppure entro 60 giorni dinanzi al prefetto. Tuttavia, chi paga la multa tempestivamente beneficiando dello sconto perde il diritto a presentare il ricorso. Stesso importo e metodo di contestazione per chi viola la distanza di sicurezza di almeno un metro e il generico divieto di assembramento.

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