L'indagine, abitudini di vita 'stravolte' per 44% ma social 'alleati'
Se le immagini dei giovani in locali affollati nonostante l'emergenza Covi-19 hanno colpito e indignato, per gli adolescenti pare sia tutta un'altra storia. I teenager italiani - almeno secondo un sondaggio online - sono infatti attenti e responsabili nell’affrontare l’emergenza coronavirus. L’86% condivide e trova giuste le indicazioni date dal Governo e dal ministero della Salute circa i comportamenti prudenti (distanza tra le persone, nessun contatto fisico, igiene accurata, specie delle mani, evitare i luoghi affollati). E il 47% le rispetta rigorosamente, contro meno del 3% che afferma di farlo raramente o mai. Lo rivela un'indagine online avviata da Laboratorio Adolescenza e diffusa attraverso la collaborazione degli stessi ragazzi e degli insegnanti, che in un giorno ha già superato le 2200 risposte.
La preoccupazione c'è, ma non sfocia nella paura. E se le abitudini di vita sono necessariamente cambiate (molto per il 44%), proprio i 'vituperati' social consentono ai giovanissimi di mantenere l’indispensabile rete di relazioni sociali. "Siamo di fronte ad un’emergenza che non ha precedenti recenti in Italia - afferma Maurizio Tucci, presidente di Laboratorio Adolescenza - con il rischio che l’emergenza sanitaria possa trasformarsi anche in emergenza sociale. E a fare le spese maggiori dell’emergenza sociale rischiano di essere proprio gli adolescenti, per i quali la socialità è l’essenza della vita. Ma i giovani si stanno dimostrando molto più maturi e ragionevoli di quanto, con troppa superficialità, vengono iconograficamente descritti. Lo conferma la collaborazione che ci stanno dando in questa occasione, per la raccolta di dati che sono preziosissimi per chi, come Laboratorio Adolescenza e il nostro partner Istituto di Ricerca Iard, si occupano di ricerca sociale".
"Dal punto di vista metodologico - afferma Carlo Buzzi, ordinario di Sociologia all’Università di Trento, direttore scientifico dell’area ricerca di Laboratorio Adolescenza e membro del comitato scientifico di Istituto Iard - il questionario è stato veicolato attraverso un link diffuso spontaneamente da chat e da gruppi informali giovanili. Essendo le risposte indotte da processi autoselettivi, l’indagine non può essere considerata rappresentativa dal punto di vista strettamente statistico. Le ragazze sono quasi il doppio dei maschi, e i giovani lombardi sono nettamente prevalenti. Tuttavia i risultati, considerando anche il numero dei rispondenti in continua crescita, misurano certamente delle tendenze, fornendo importanti indicazioni su come il fenomeno del coronovirus sia vissuto dai giovani in età adolescenziale (il 93% delle risposte provengono da giovani con meno di 20 anni)".
L'indagine "partita da Milano grazie alla collaborazione di un adolescente, Riccardo Senatore, studente del quinto anno del Liceo Marconi di Milano, e da gruppi di studenti prevalentemente del Liceo Berchet e dell’Istituto Varalli, sempre di Milano - dice Tucci - si è estesa a tutta Italia". Ebbene, il 50% si dice abbastanza preoccupato dal coronavirus, il 14% molto preoccupato, il 35% poco o per nulla (i più preoccupati appaiono i giovani abruzzesi). Il 52% ritiene che i genitori siano mediamente più preoccupati di loro. Quanto all'informazione, quella fornita da giornali e Tv per il 43% è corretta ed adeguata, ma per il 36,6% troppo allarmistica. Mentre il 71,6% concorda nel dire che l’informazione sui social è imprecisa, e per un ulteriore 10% prevalentemente falsa o non affidabile. Una larghissima maggioranza (76%) infine è convinta che l’emergenza durerà dei mesi, mentre c’è un 22% di ottimisti che ritiene si possa esaurire in qualche settimana.