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Virus, il racconto dell'italiano a Wuhan

Michael Talignani all'Adnkronos: "Non vedo l'ora di atterrare a Roma, questa è una città fantasma". In Cina 259 morti e oltre 11mila contagiati. Guariti e dimessi 243 pazienti. Apple chiude i negozi . Primo caso confermato in Spagna . "Se necessario per connazionali rientrati anche container al Celio". Tutto quello che c'è da sapere

(AFP)
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01 febbraio 2020 | 10.36
LETTURA: 3 minuti

Tornare a casa. Questo è il desiderio più grande e più forte di Michael Talignani, modenese, che si trova in a Wuhan per un'azienda importante nel settore della ceramica, città da dove è partito il coronavirus che ha provocato oltre 200 morti e migliaia di infettati.

"Si vive una sensazione di impotenza, come 'vorrei fare qualcosa ma non posso' - racconta al telefono all'Adnkronos Talignani - e la viviamo sia noi qui che i familiari in Italia. Non vedo l'ora di arrivare in Italia: il sospiro di sollievo lo farò quando le ruote dell'aereo toccheranno il suolo italiano. Certo non potrò subito riabbracciare i miei cari ma va bene, sarò comunque più tranquillo".

"So che saremo alloggiati in un'area militare, alla Cecchignola mi pare, - prosegue Talignani - e che dovremo restare per almeno 15 giorni. E dopo potrò raggiungere mia moglie e i miei due figli a Modena".

"E' dal 22 gennaio scorso che siamo chiusi in hotel - continua - non possiamo uscire e la situazione è pesante: la preoccupazione del contagio, il pensiero dei familiari in Italia, sono sposato e ho due figli, e poi non poter uscire, dover rimanere sempre confinati in hotel è veramente difficile. La tensione sale, soprattutto quando non sai se riuscirai a tornare a casa. Ieri abbiamo saputo che un aereo militare ci verrà a prendere e che lunedì saremo in Italia: finalmente".

Talignani descrive poi la situazione in città: "Nessuno direbbe mai che qui ci vivono 11 milioni di abitanti - dice Talignani - per la città non c'è nessuno, è tutto chiuso... negozi, ristoranti, uffici: tutte le saracinesche sono abbassate, porte sprangate. In giro ci sono solo mezzi di soccorso, ambulanze e polizia che controlla che non avvengano atti di sciacallaggio. Ma la popolazione è molto, molto disciplinata e non ve ne sono stati".

"Contraccolpo per l'economia? Sicuramente per la città, ma anche per il Paese - dice ancora Talignani - diverse aziende europee e hanno sede proprio qui a Wuhan e sono ferme, la Cina esporta tantissimo: l'impatto economico sarà pesante".

"Tornare qui? Non credo. Per un lungo periodo starò alla larga dalla Cina - conclude Talignani -. Non so se e quando passerà la paura. Forse tra qualche tempo, quando ripensandoci ci riderò su... per il momento voglio solo tornare a casa".

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