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Agente penitenziario uccide moglie e figlie, poi si toglie la vita

La strage ad Orta Nova, in provincia di Foggia. Le ragazze avevano 12 e 18 anni. Il post di Valentina, appena maggiorenne: "Forte e fragile senza paura". Sconvolto il figlio maggiore: "Erano sereni". Il sindaco: "Nulla lasciava presagire la tragedia". La cugina delle giovani: "Spero siate felici lassù". I colleghi dell'agente penitenziario: "Ultimamente sembrava stressato"

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12 ottobre 2019 | 07.59
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Tragedia familiare a Orta Nova, in provincia di Foggia. Un agente penitenziario di 53 anni, Ciro Curcelli, ha ucciso a colpi di pistola la moglie Teresa e le due figlie Valentina e Miriana, di 18 e 12 anni. Poi si è tolto la vita. Sulla vicenda indagano i carabinieri. Secondo le prime informazioni, l'uomo, che è deceduto in un momento successivo dopo essere stato trasportato dall'ambulanza del 118 agli Ospedali Riuniti di Foggia, avrebbe chiamato i carabinieri annunciando di aver compiuto la strage.

IL SINDACO - "La notizia di questa mattina che ha coinvolto la famiglia Curcelli ci ha letteralmente scioccati". Così il sindaco di Orta Nova Mimmo Lasorsa. "Siamo davvero provati e increduli di fronte a quello che è accaduto - sottolinea il sindaco Lasorsa sulla sua pagina facebook-. E' un qualcosa che ha addolorato tutta la comunità. Un pensiero per Teresa, Miriana e Valentina: vite spezzate senza alcuna giustificazione". In queste ore - continua - si sta cercando di ricostruire le motivazioni, ma non ci sono motivazioni che tengano davanti a tutto questo. Nelle prossime ore istituiremo il lutto cittadino per la nostra comunità".

Sappe - "Siamo di fronte a una tragedia immane. Sembra davvero non avere fine il mal di vivere che caratterizza gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, uno dei quattro Corpi di Polizia dello Stato italiano", dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe. "Importante è evitare strumentalizzazioni ma fondamentale e necessario è comprendere e accertare quanto hanno eventualmente inciso l'attività lavorativa e le difficili condizioni lavorative nel tragico gesto estremo posto in essere dal poliziotto - continua il sindacalista - Non sappiamo se era percepibile o meno il disagio che viveva il collega che ha prima ucciso la moglie e le figlie e poi si è ucciso. Quel che è certo è che sui temi del benessere lavorativo dei poliziotti penitenziari l’Amministrazione Penitenziaria è in colpevole ritardo, senza alcuna iniziativa concreta. Proprio ieri un altro poliziotto penitenziario si era suicidato a Piacenza".

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