E' il 9 ottobre 1963 e sono le 22.39 quando nel neo-bacino idroelettrico artificiale del Vajont si consuma una delle tragedie che hanno lasciato il segno nel nostro Paese. Dalla costa del Monte Toc si stacca una frana lunga 2 chilometri e di oltre 270 milioni di metri cubi di rocce e terra. In circa 20 secondi la frana arriva a valle, generando una scossa sismica e riempiendo il bacino artificiale.
La caduta della colossale frana nelle acque del sottostante bacino provoca una tracimazione dell'acqua contenuta nell'invaso con effetto di dilavamento delle sponde del lago. L'onda supera la diga provocando l'inondazione e la distruzione dei centri abitati del fondovalle veneto. Frana ed errori umani fanno contare 1918 morti. Da allora sono passati 56 anni ma il ricordo della catastrofe è ancora indelebile.