"Dobbiamo lavorare di più, insieme, per far conoscere i diritti riconosciuti dall’Ue. Abbiamo fatto molto ma c'è tanto ancora da fare". Lo ha detto il vicepresidente Accademia Europa Cesi e leader del giovane sindacato della scuola, Anief, Marcello Pacifico, nel corso del primo convegno, in corso a Palermo, organizzato dalla Cesi e finanziato dalla Commissione Ue sulle attività che deve porre in essere il sindacato per combattere l'abuso dei contratti a termine.
"Emblematico - ha spiegato - è il caso del giovane sindacato autonomo della scuola italiana, che nell’ultimo decennio ha utilizzato tutti gli strumenti che l'ordinamento giuridico europeo consente presso le istituzioni comunitarie; 30 mila euro i risarcimenti in media attribuiti ai precari, 400 mila le assunzioni che ha sbloccato il governo italiano negli ultimi 8 anni dall'inizio del contenzioso promosso da Anief".
Marcello Pacifico ha ricordato che "l’organizzazione che rappresenta ha avviato una serie di petizioni presso la Commissione referente del Parlamento europeo, le quali hanno portato all'adozione della risoluzione del maggio 2018 attraverso cui si vuole rivedere la direttiva emanata vent'anni fa dalla stessa Ue, per impegnare i Paesi membri a stabilizzare i precari del pubblico impiego, considerando che le esigenze di bilancio non possono essere annoverate come ragioni oggettive per giustificarne la mancata attuazione".
"Sono migliaia - ha sottolineato - i ricorsi presentanti presso i tribunali del lavoro che hanno portato il governo italiano ad autorizzare 400 mila assunzioni in ruolo da quando è partito il contenzioso: si tratta di ricorsi presso la Corte Costituzionale, la Corte di Giustizia europea, la Cedu, nonché la Suprema Corte di Cassazione, che riconoscono la parità di trattamento fra gli insegnanti precari e quelli di ruolo nelle vertenze, con risarcimenti anche riservati ai supplenti: gli esiti potranno anche avere effetti sulla ricostruzione di carriera. E ancora reclami collettivi presso il Consiglio d'Europa e interventi nella denuncia pendente presso la Commissione europea".
"Anief - ha spiegato Marcello Pacifico, leader di Anief e vicepresidente di Cesi Accademia Europa - è nata nel 2008. Due anni dopo, con una denuncia a un quotidiano nazionale sulla disparità di trattamento tra personale di ruolo e precario nella scuola, si aprì un dibattito, a cui seguirono una serie di ricorsi per parità di trattamento e stabilizzazione. Da quando abbiamo iniziato con i ricorsi, nel 2011, lo Stato ha autorizzato 400.000 immissioni in ruolo".
"Vincendo un ricorso - ha spiegato Pacifico - un precario italiano guadagna trentamila euro e cosa altro dovrebbe fare un sindacato che tutela per davvero i diritti dei suoi iscritti? Informare i lavoratori con tutti i mezzi possibili, a cominciare dai social network, e poi studiare a fondo, in particolare le norme, italiane ed europee. Noi, con i nostri avvocati, facciamo proprio questo. E non ci occupiamo solo delle sentenze che riguardano la scuola. Perché in Europa non si rispettano le direttive comunitarie, soprattutto in Italia, dove il precariato e il lavoro senza tutele dilagano. Anief lotta quotidianamente, si ribella e non si rassegna all’equazione secondo cui flessibilità significa precarietà".
Al convegno-progetto hanno preso parte, con interventi personali, anche alcuni dei legali che collaborano attivamente con Anief: gli avvocati Sergio Galleano, Vincenzo De Michele e Nicola Zampieri, quotidianamente impegnati nel contrasto delle forme di lavoro precarie e atipiche. E' intervenuto anche Roberto Lagalla, assessore regionale all’Istruzione, che oltre di precariato ha parlato anche di dispersione scolastica.
"Siamo di fronte - ha detto Lagalla - a dati allarmanti, perché uno studente su cinque lascia la scuola e non ce lo possiamo permettere. Non deve esserci più un Sud abbandonato, ma bisogna cambiare marcia".