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"Nomine pilotate", arrestato sindaco Legnano

Operazione 'Piazza Pulita' della Guardia di Finanza coinvolge il primo cittadino leghista. Ai domiciliari un assessore, in carcere il vicesindaco. Di Maio: "E' una tangentopoli bis". Assessore arrestato: "Accordo con Salvini per ballottaggio". Salta servizio Tg2 su città

 Gianbattista Fratus (Foto Fotogramma)
Gianbattista Fratus (Foto Fotogramma)
16 maggio 2019 | 10.23
LETTURA: 8 minuti

Il sindaco leghista di Legnano (Milano) Gianbattista Fratus, il vicesindaco in quota Forza Italia Maurizio Cozzi e l'assessore alle Opere pubbliche Chiara Lazzarini sono stati arrestati questa mattina. I tre rispondono a vario titolo di turbata libertà̀ degli incanti, turbata libertà̀ del procedimento di scelta del contraente e corruzione elettorale. In carcere è finito solo Cozzi, mentre a Fratus e Lazzarini sono stati concessi i domiciliari. Il prefetto di Milano Renato Saccone, oltre a sospendere i tre arrestati, ha commissariato Comune. "Il prefetto - spiega una nota - considerato il caso di necessità ed urgenza, per garantire il normale funzionamento del Comune, ha nominato il vice prefetto dottoressa Cristiana Cirelli commissario per la provvisoria gestione dell'Ente, con le funzioni del sindaco e della giunta".

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I pm di Busto Arsizio avevano chiesto la custodia cautelare in carcere per Fratus. Ma il gip ha ritenuto per lui più idonea la misura degli arresti domiciliari, per la sua "personalità" emersa dalle indagini, ovvero "sottomessa al potere del vicesindaco" Maurizio Cozzi, si legge nell'ordinanza del gip che ha disposto gli arresti. In un altro punto dell'ordinanza Fratus viene descritto come "mero esecutore delle direttive" impartitegli da Cozzi e Chiara Lazzarini, nel frattempo sospesi da Forza Italia. 

Un sistema corruttivo portato avanti con ''spregiudicate manipolazioni di procedure'' e con la ''nomina di amici e conoscenti, manovrabili e in futuro riconoscenti'', è in sintesi l'esito delle indagini dell'operazione chiamata 'Piazza Pulita' che ha portato all'arresto dei tre. ''Le principali nomine delle società partecipate dal Comune di Legnano e le stesse nomine all'interno dell'amministrazione comunale sono state pilotate dai soggetti sotto indagine'', ha affermato il sostituto procuratore di Busto Arsizio Nadia Calcaterra aggiungendo che "tra gli indagati c'era uno scarsissimo senso della legalità. ''Allarmante e disarmante - ha detto - che non percepissero nemmeno il senso della gravità di quello che stavano facendo, quasi fosse un modus operandi diffuso e quindi legalizzato''.

In pratica a Legnano il sistema di assunzioni pilotate prevedeva ''selezioni parallele. Il nucleo di valutazione individuava il soggetto, lo contattava e poi modulava l'avviso di selezione anche dal punto di vista della tempistica, in modo da agevolarne l'assunzione'', ha sottolineato ancora il sostituto procuratore di Busto Arsizio. Dalle indagini su Piazza Pulita è emerso ''il prezzo'' pagato dal sindaco di Legnano per l'appoggio elettorale: ''E' emerso - ha sottolineato Calcaterra - come il sindaco nel 2017 abbia stretto un accordo in sede di ballottaggio con uno dei candidati che aveva perso al primo turno elettorale. In virtù di questo accordo il sindaco avrebbe assicurato, in cambio dell'appoggio elettorale promesso, una nomina, a lui o altra persona all'interno di una società municipalizzata, situazione che effettivamente le indagini hanno permesso fotografare. Alla fine dello scorso anno il prezzo è stato pagato dal sindaco, il quale ha costretto a dimettersi una consigliera di una società municipalizzata e al posto suo ha nominato la figlia del candidato escluso''. Tra le nomine pilotate ve ne sono anche di quelle che ''presentano profili di assoluta incompatibilità con gli incarichi e gli indagati ne sono ben consapevoli. Soggetti che non hanno competenze specifiche in materia di entri locali, competenze non adeguate al ruolo e soggetti che hanno procedimenti penali in corso'', ha spiegato sempre il sostituto procuratore di Busto Arsizio.

Assessore arrestato: "Accordo con Salvini per ballottaggio"

Nell'inchiesta, che vede indagati in tutto 11 persone, "emerge con evidenza il pactum sceleris" che il sindaco Fratus avrebbe concordato con Luciano Guidi, candidato come sindaco nella lista Alternativa Popolare e lista Civica, in previsione del ballottaggio per le amministrative del giugno 2017. Guidi di fatto diventa l'ago della bilancia nella competizione che vede prevalere Fratus nella sfida finale del 25 giugno 2017.  "Le risultanze investigative - si legge nell'ordinanza del gip di Busto Arsizio - permettevano di disvelare e comprovare ex post l'accordo correttivo tra Fratus e Guidi in forza del quale il primo, a fronte dell'appoggio della lista capeggiata da Guidi in sede di ballottaggio, si sarebbe impegnato a ricompensarlo, una volta eletto, assegnandogli un incarico in seno ad una società pubblica". Promessa "che effettivamente veniva mantenuta in quanto il 24 ottobre 2018 la figlia di Guidi, Martina, veniva nominata membro del Cda della società Aemme Linea Ambiente", azienda a capitale interamente pubblico, con la funzione di gestire i servizi legati all'igiene ambientale, "su determinazione dello stesso Fratus che imponeva le dimissioni dell'incarico il precedente consigliere Miriam Arduin". 

INTERCETTAZIONE - In uno dei casi di turbativa contestati dai pm ai vertici del Comune di Legnano, quello per la nomina di un dirigente comunale, la valutazione del candidato rappresentò "un mero simulacro in quanto mesi prima era stato già individuato" Enrico Barbarese, "in totale violazione" delle leggi con una "manipolazione della procedura selettiva". E' quanto si legge nell'ordinanza del gip di Busto Arsizio che ha disposto gli arresti. Tra l'altro, Barbarese, tra gli indagati, è descritto come "soggetto privo di esperienza in materia di enti locali e gravato da precedenti di polizia", nominato "nonostante presentasse una situazione di incompatibilità che lo stesso nominato aveva sollevato con gli indagati", in quanto presidente e ad di una società, la Safond Martini. In una intercettazione, Barbarese spiega a Fratus e Cozzi: "Il vostro regolamento mi impedisce di tenere l'altro incarico" (...) "è un caso di incompatibilità assoluta di stampo veterocomunista, questo l'hanno messo quelli del Pd". (...). Ma sollevato il problema offre anche la soluzione e dice: "Ma mica abbiamo problemi di andare in galera, non è questo il problema. E' non dare spazio a robe strumentali, capito? (...) Una letterina e vi sistemo tutto secondo me".

SALVINI - In merito alle indagini, "non commento" ha detto il ministro dell'Interno. "Ho fiducia nei miei uomini e nella magistratura. Spero che tutte queste indagini che si stanno aprendo si chiudano in fretta per distinguere colpevoli e innocenti".

DI MAIO - "Credo che ormai sia chiaro ed evidente che c'è un'emergenza corruzione enorme in questo Paese con una tangentopoli bis", ha affermato il vicepremier. "Una nuova tangentopoli che sta colpendo tutte le forze politiche, tutti i partiti. Noi dobbiamo arginare questo comportamento, anche con un atteggiamento politico diverso". "Qualcuno ha detto di aver fiducia nei propri uomini, io ho fiducia negli italiani" scrive Di Maio in un post su Fb. "L'unico modo per avere la fiducia degli italiani è mettere fuori chi ha sbagliato. Pd e Fi hanno già dimostrato di avere zero credibilità su questo". Ora, su Legnano, "Lega può dimostrare di essere diversa", mettendo "fuori quelli che sbagliano e cancellandoli dalla propria forza politica".

"La Lega cacci il sindaco di Legnano", finito ai domiciliari, è quanto chiede il M5S in un post in apertura del blog delle Stelle. "Quando il MoVimento 5 Stelle dice che è in corsa una nuova tangentopoli e che la corruzione è un male ancora in salute nel nostro Paese, evidentemente non sbaglia. Ma qui il problema non è avere ragione o torto, dire 'l'avevamo detto' - esordisce il M5S - Gli arresti di questi giorni e i continui casi di mazzette, tangenti e corruzione che hanno investito i partiti restituiscono il volto peggiore della Politica, quella che ha determinato la sfiducia dei cittadini verso le istituzioni". "Qui parliamo di politici e amministratori locali, di dirigenti a cui la Procura imputa manipolazioni nelle nomine, corruzione elettorale e scarso senso della legalità. Non possiamo rimanere inermi, non è il momento di nascondere la testa sotto la sabbia o testimoniare fiducia a chi sta infangando nuovamente il volto delle istituzioni. Ci aspettiamo un gesto di responsabilità sul sindaco di Legnano ora agli arresti, da chi come noi ambisce al cambiamento: si allontanino questi soggetti per rispetto nei confronti degli italiani. Diano l'esempio che il M5S non ha mai esitato a consegnare ai cittadini: un MoVimento nato sulla difesa della Legalità e che non cederà terreno, né oggi né mai, sulla corruzione", incalzano i 5 Stelle.

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