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Guardia Costiera a ong: "Rivolgetevi a Tripoli"

(Foto dal profilo Facebook)
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23 giugno 2018 | 11.30
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In caso di chiamate di emergenza da parte di barconi che si trovino all'interno dell'area 'Sar' (Search and Rescue) libica, l'autorità competente è quella del governo di Tripoli. E' quanto precisa la Guardia Costiera italiana in un 'messaggio circolare' inviato a tutte le navi che incrociano nell'area. Nella direttiva tecnico-operativa si danno quindi indicazioni a rivolgersi alla guardia costiera libica in caso di situazioni di necessità o emergenza che si verifichino in acque libiche.

Per quanto riguarda l'attività di soccorso in mare nel Mediterraneo Centrale, il Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo (Italian Maritime Rescue Coordination Center IMRCC) della Guardia Costiera di Roma, ricevuta direttamente la segnalazione di un'emergenza in atto, al di fuori della propria area di responsabilità SAR, in acque internazionali, "è tenuto ad avviare le prime azioni e ad assumere il coordinamento delle operazioni di soccorso, in adempimento agli obblighi giuridici assunti dall'Italia con la ratifica delle convenzioni internazionali in materia (Convenzione internazionale sulla ricerca ed il salvataggio marittimo, siglata ad Amburgo il 27 aprile 1979 e ratificata dall'Italia con legge 3 aprile 1989, n. 147".

"Contemporaneamente - spiega la Guardia Costiera sul proprio sito istituzionale - l'IMRCC, avvisa l'autorità SAR competente ovvero quella in grado di fornire migliore assistenza ("better able to assist" secondo la formulazione delle norme internazionali), ai fini dell'assunzione del coordinamento. Qualora questa non risponda o non sia disponibile, l'IMRCC coordina le operazioni fino al loro termine ed individua, in qualità di Autorità coordinatrice, il luogo sicuro di sbarco (place of safety) dei naufraghi".

Se necessario, la Guardia Costiera richiede la cooperazione "di qualsiasi altra nave in condizione di prestare utile assistenza nell'area da cui proviene la segnalazione di un'emergenza in atto. Tra queste, anche le unità militari presenti in area, tramite i Comandi operativi militari sovraordinati".

Lifeline, la nave dell'omonima Ong tedesca, con a bordo 224 migranti recuperati da un gommone a nord della Libia, al centro di un nuovo caso, si trova ancora in acque internazionali a sud di Malta, che le ha negato lo sbarco. L'organizzazione su Twitter ha riferito di aver bisogno di rifornirsi di alcuni generi di prima necessità: "Lifeline si trova con più di 200 persone a sud di Malta in acque internazionali. Poiché alcune scorte sono finite, oggi dobbiamo fare rifornimento alla nave. Abbiamo bisogno di medicine, coperte, ecc.", si leggeva nel tweet.

La risposta è arrivata dal premier maltese Joseph Muscat su Twitter: "Nonostante non abbiamo alcuna responsabilità, Malta ha appena consegnato rifornimento umanitari e le Forze armate hanno condotto l'evacuazione medica di una persona". Il premier maltese ha sottolineato che la nave "Lifeline ha violato le regole ignorando le direttive dell'Italia nell'area di ricerca e soccorso libica. Dovrebbe muoversi dalla sua posizione verso la destinazione originaria per evitare un'escalation". "Non c'è bisogno di un'evacuazione sanitaria" dalla nave Lifeline, ha poi scritto ancora il premier maltese, quindi "l'operazione è stata cancellata".

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini intanto non molla e sulla sua pagina Facebook scrive: "In questo momento le navi di due Ong (Open Arms, bandiera spagnola e Aquarius, bandiera di Gibilterra) sono nel Mediterraneo, in attesa di caricare immigrati. Le navi di altre tre Ong (Astral, bandiera Gran Bretagna, Sea Watch e Seefuchs, bandiere olandesi) sono ferme in porti maltesi. Che strano... La LIFELINE infine, nave fuorilegge con 239 immigrati a bordo, è in acque maltesi. Tutto questo per dirvi che il ministro lo farò insieme a Voi, condividendo tutte le informazioni che sarà possibile condividere, e per ribadire che queste navi si possono scordare di raggiungere l'Italia: voglio stroncare gli affari di scafisti e mafiosi! Buon sabato Amici, vi voglio bene".

Ma alla richiesta italiana di accogliere nei porti maltesi la Lifeline, il premier maltese ha replicato duramente: "Siamo un Paese sovrano e nessuno può dirci cosa possiamo e non possiamo fare. L'italia ha ragione nel dire che la nave ha violato le regole - riconosce Muscat in un'intervista all'emittente One Radio, rilanciata dal Times of Malta - ma ha sbagliato nel dire che dovevano dirigersi verso Malta".

"Bisogna vedere bene di quale tratta di mare parliamo. Perché se noi parliamo della tratta di mare che è vicina alla Libia, che è stata delimitata e che noi chiamiamo area SAR, l’area di search and rescue, in quell’area è competente la Guardia Costiera libica, che tra l’altro è stata formata dalla nostra Guardia Costiera per svolgere questo compito ed ha tutte le capacità in questo momento anche i mezzi per poterlo fare". H poi affermato il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, a 'L'intervista' di Maria Latella su Sky TG24 in merito alle dichiarazioni dei ministri Salvini e Toninelli secondo cui la Guardia Costiera italiana deve intimare a tutte le navi nel Mediterraneo di non rivolgersi più all’Italia ma a Tripoli.

“Noi come Governo - ha proseguito - siamo disponibili e stiamo individuando anche la possibilità di donare altri mezzi, altro equipaggiamento per potenziare l’attività della Guardia Costiera libica, perché quello che è importante è che i libici siano in grado di controllare il proprio territorio e noi questo lo stiamo facendo, abbiamo tutta l‘intenzione di rafforzarli in questa azione”.

“Quindi – ha concluso – nel momento in cui la nave in difficoltà si trova nelle acque libiche, qui non c’è niente di nuovo, sono i libici che devono intervenire”.

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