Santa Maria del Cedro, in provincia di Cosenza, in fermento per la II edizione della 'Festa della Raccolta' che si svolgerà dal 15 ottobre al 1° novembre. Periodo in cui la tradizione ebraica celebra la 'Festa delle capanne' per ricordare l'esodo verso la Terra Promessa. Con i rabbini che raccolgono di persona il frutto "dell'albero più bello", ogni anno, a inizio agosto (Fotogallery)
Il frutto dell'albero più bello. È considerato così il cedro dalla tradizione israelita, ma per Santa Maria del Cedro, paese in provincia di Cosenza, è soprattutto parte integrante della cultura e dell'economia locale. E la cittadina è già in fermento per la seconda edizione della “Festa della Raccolta” che si svolgerà dal 15 ottobre al 1° novembre 2014. L’evento è realizzato dal ‘Consorzio del Cedro di Calabria’, in collaborazione con il Comune e l’Assessorato regionale all’Agricoltura della Regione (Fotogallery).
Una raccolta che ogni anno, a inizio agosto, vede impegnati diversi rabbini che arrivano nel paese calabrese per selezionare e raccogliere di persona i frutti indispensabili per la festa di "Sukkòth" (Festa delle capanne) che si celebra a ottobre e rappresenta per gli ebrei di tutto il mondo l'avvenimento religioso più importante.
La festa vuole ricordare la permanenza degli ebrei nel deserto dopo la liberazione dalla schiavitù dall'Egitto. Secondo la tradizione è stato Dio, durante l'esodo del popolo ebraico verso la Terra Promessa, a indicare a Mosè il cedro (Etrog) come una delle quattro piante da usare per la festa durante la quale vengono costruite, all'aperto, capanne con dimensioni specifiche e con particolari materiali: sul tetto, per esempio, va disposto fogliame rado, in modo che ci sia più ombra che luce ma che permetta a chi è dentro di vedere le stelle.
Oltre alla capanna (sukkà), il secondo elemento che caratterizza la festa è il lulàv: un fascio composto da un ramo di palma, due di salice, tre di mirto e da un cedro. Un fascio dal forte significato simbolico: la palma è senza profumo ma il suo frutto è saporito; il salice non ha sapore, né profumo; il mirto ha profumo ma non sapore e, infine, il cedro ha sapore e profumo. Quattro vegetali che simbolicamente rappresentano tutti i tipi di uomo. E il cedro, avendo sapore e odore, rappresenterebbe l'élite del popolo ebraico, l'uomo che opera bene e in coerenza con la Toràh.