Lo specialista del San Raffaele: "Va capito se non dipenda dal fatto che c'è una maggiore possibilità di accesso alla valutazione rispetto a prima"
"Oggi il fenomeno delle disforie di genere è un po' più evidente. Ma è una problematica che è presente forse da sempre. E' in discussione se è un po' più evidente solo perché c'è una maggiore tolleranza di queste situazioni e quindi una maggiore presentazione di situazioni che un tempo forse sarebbero rimaste nascoste per evitare tutta una serie di problematiche aggiuntive, o piuttosto se sia effettivamente un fenomeno che sta crescendo. Certamente, però, ai centri di riferimento c'è un aumento delle presenze di persone con queste caratteristiche. Va però davvero capito se non dipenda dal fatto che c'è una maggiore possibilità di accesso alla valutazione rispetto a prima". A tracciare il quadro all'Adnkronos Salute è Gianni Russo, referente di Endocrinologia pediatrica nell'Unità operativa di pediatria dell'ospedale San Raffaele di Milano.
L'aumento è significativo? "Se si vanno a vedere i dati pubblicati in letteratura soprattutto dagli esperti olandesi, questi fanno vedere che le curve che segnano l'andamento delle presenze nei centri negli anni tendono a salire in modo estremamente rapido e anche ed anticipare come età di accesso in modo abbastanza rilevante. I motivi per cui sta aumentando sono abbastanza difficili da definire al momento, va capito e approfondito".
Non c'è un'età specifica in cui comincia a percepirsi il disagio in situazioni simili. "Alcuni sviluppano questo sentore in epoca prepuberale, ma vengono semplicemente osservati, aiutati. In fase prepuberale non c'è nessuna terapia. Si tende ad aspettare per vedere se iniziare lo sviluppo puberale tende ad aumentare il disagio oppure a risolverlo". Nel caso il disagio persista, si blocca lo sviluppo puberale. "E questo è il primo passo: i soggetti poi non rimangono in un genere neutro, in base al loro sentore il passo successivo è l'eventuale inizio di una terapia ormonale sostitutiva in linea con il genere in cui ci si identifica e l'ultimo passo può essere in definitiva l'intervento chirurgico. Ma non tutti hanno le stesse caratteristiche e non tutti possono essere incasellati nello stesso spazio", conclude.