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Stellantis, Unrae : "Nessun Ad resterà in Italia senza un buon motivo"

Per il futuro del gruppo è vitale l’intesa con i cinesi di Leapmotor e chi prenderà il posto dell’Ad Carlos Tavares, dimessosi ieri, dovrà farla funzionare spiega all'Adnkronos ancora Andrea Cardinali, direttore generale di Unrae, l’unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri.

Stellantis, Unrae :
02 dicembre 2024 | 19.21
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Se l’Italia non darà a Stellantis validi motivi per restare a produrre nel nostro Paese, Stellantis se ne andrà, a prescindere da chi prenderà il posto dell’Ad Carlos Tavares, fresco di dimissioni. E’ la posizione di Andrea Cardinali, direttore generale di Unrae, l’unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri, interpellato dall’AdnKronos in merito agli scenari futuri che l’addio del manager portoghese apre per il comparto auto nello Stivale.

"L’Italia al momento la vedo fuori dal suo orizzonte. Stellantis fino ad oggi è andata in una direzione molto chiara. Il successore di Tavares farà retromarcia se avrà dei buoni motivi ma attualmente quali sono?", si domanda Cardinali, evidenziando che nessuno al momento "è in grado di attirare investimenti nel comparto automotive in Italia in maniera così convincente. In un anno e mezzo di chiacchiere e distintivi non mi pare sia stato messo sul piatto qualcosa di convincente", dalle istituzioni.

"Se è vero come diceva Tavares che qui produrre costa il 30% in più, con l’energia che costa il doppio e la lentezza della burocrazia, perché chiunque, numeri alla mano, dovrebbe produrre qui?", aggiunge.

Per il futuro di Stellantis è vitale l’intesa con i cinesi di Leapmotor, e chi prenderà il posto dell’Ad Carlos Tavares, dimessosi ieri, dovrà farla funzionare, spiega ancora Cardinali. Il produttore cinese “è un asset strategico e potrebbe essere la risposta alla doppia sfida” della transizione “che in questo momento Stellantis, numeri alla mano, sta perdendo”, chiosa il dg.

Le sfide che la casa d’auto deve affrontare infatti “sono epocali e comuni a tutte le altre case produttrici”, a partire dal tema europeo delle sanzioni nel 2025, passando per i dazi sull’import cinese, fino alla questione messa sul tavolo dal governo italiano della revisione del Green Deal, su cui però Cardinali non si dice molto fiducioso. “Risolveremo questo problema a San Silvestro 2026, con la velocità di tartaruga dell’Ue, che è incompatibile con i tempi del terzo millennio e soprattutto con i tempi dei competitor”.

Per ora “hanno solo detto di no anche solo a prendere la questione in considerazione, nemmeno lo hanno messo in agenda. Quando lo metteranno, inizierà una discussione sulla lana caprina e sul sesso degli angeli” tra tutti e 27 i Paesi Ue che “ci porterà via tutto il 2025”. E ammonisce: “L’incertezza uccide il mercato, creando una paralisi totale e quindi grossi danni”. Per parare il colpo e sopravvivere, facendo sopravvivere di conseguenza l’industria dell’auto europea, Stellantis dovrebbe “ritornare in seno all’associazione europea dei costruttori, perché è funzionale alla salute di tutta l’industria, farebbe il bene suo e quello comune”, è l’appello che lancia infatti il dg Unrae.

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