L’Italia è in testa alla missione del lanciatore europeo, che dopo un’attenta riprogettazione torna sulla rampa per portare in orbita il nuovo satellite Esa Sentinel-1C: nuovi occhi nello spazio per monitorare disastri naturali, cambiamenti climatici e persino le navi “ombra”
Rivisto (anche se di poco) il countdown per il prossimo volo del lanciatore europeo Vega-C, di casa Avio, dallo Spazioporto europeo a Kourou, in Guyana francese. Inizialmente previsto per il 3 dicembre alle 18:20 ora locale (22:20 ora italiana), la data è slittata di un giorno. “Riteniamo opportuno effettuare ulteriori controlli”, spiega Guido Ranzo, ad di Avio, durante una conferenza stampa, spiegando che la scelta deriva dalla “cultura del dubbio” che permea l’azienda allo scopo di “garantire la massima idoneità al volo”.
Il lancio è un passo importantissimo per l’industria europea dello spazio, come rileva Toni Tolker-Nielsen, direttore del trasporto spaziale dell’Esa. È il primo dal fallimento della missione di dicembre 2022, quando un malfunzionamento nel secondo stadio del lanciatore Vega-C (detto Zefiro 40) ha portato alla perdita del sistema circa 2 minuti e 27 secondi dopo il decollo. Sullo sfondo, la competizione sempre più serrata nel settore della space economy, che guarda con interesse ai risultati dell’azienda statunitense SpaceX.
Dall’incidente del 2022 Avio, in collaborazione con Esa, ha condotto una profonda revisione del lanciatore e delle sue parti, nonché dei fornitori. L’azienda italiana ha riprogettato l’ugello del modulo Zefiro 40 sostituendo sia il materiale di rivestimento – che deve sopportare temperature superiori ai 3.000 gradi – sia il suo fornitore. Due test di accensione statici per verificare che il sistema funzionasse come previsto hanno “dimostrato un’ottima prestazione”, spiega Ranzi.
Occhi puntati sulla Guyana, dunque, da dove il vettore Vega-C dovrà portare in orbita sincrona un satellite dal peso di circa 2,3 tonnellate. Sentinel-1C, ultimo membro della costellazione dedita all’osservazione terrestre Copernicus, è stato commissionato dall’Esa e realizzato da un consorzio di oltre 40 aziende di 15 Paesi membri guidata da Thales Alenia Space (joint venture tra le italiane Thales e Leonardo).
Come spiega il nuovo vicepresidente per il Dominio Osservazione e Navigazione della Terra, Enrico Zampolini, l’azienda ha basato Sentinel-1C sulla sua piattaforma PRIMA ed è responsabile per lo sviluppo, l’integrazione e i test. “Abbiamo sviluppato tecnologie cruciali, come il trasmettitore, diverse componenti elettroniche, il sottosistema per il collegamento dati e il computer di bordo”, evidenzia in conferenza stampa.
Il radar ad apertura sintetica (Sar) in banda-C è il fiore all’occhiello della dotazione del nuovo satellite. Lo strumento, sviluppato dal consorzio europeo Airbus Defence and Space, è in grado di produrre fotografie a una definizione massima di 5 metri e in qualsiasi condizione meteo, che sia giorno, notte, sereno o annuvolato. Sentinel-1C va dunque a potenziare la capacità europea di osservazione ad alta definizione, sostituendo il suo predecessore Sentinel-1B, che ha cessato di funzionare nel 2022 ed è in fase di rientro.
La nuova “fotocamera” è particolarmente indicata per offrire informazioni di supporto in casi di disastri naturali come alluvioni, uragani, sversamenti di petrolio e frane. Come spiega Simonetta Cheli, direttrice dei programmi di osservazione della Terra dell'Esa, un esempio di monitoraggio efficace sono state le osservazioni delle recenti inondazioni di Valencia. Il sistema è anche in grado di monitorare la deforestazione, lo stato dei ghiacci marini e i movimenti del suolo.
Sentinel-1C ha un altro asso nella manica: l’aggiunta di un sistema Ais, largamente impiegato in ambito navale per l’identificazione e il tracciamento delle imbarcazioni. Questo garantirà all’Esa una capacità di sorveglianza marittima “molto più precisa”, rileva Cheli. Naturalmente, se una nave spegne il proprio trasmettitore Ais (come tende a fare la “flotta ombra” russa) viene meno l’identificazione, continua, ma grazie agli altri sensori sarà “comunque possibile rintracciare e monitorare le navi” utilizzando le tracce che lasciano, come già avviene in alcuni casi.
Vista nel suo insieme, il volo in agenda per il 4 dicembre è un test per più sezioni della space economy europea. “Portiamo in orbita un satellite europeo di punta con un lanciatore europeo di punta”, riassume Ranzi: passo reso ancora più significativo dopo l’anomalia del 2022. L’ad di Avio si dice “molto orgoglioso di poter mettere a disposizione questa capacità” per istituzioni, governi e altri enti, europei e non. La sua promessa: “continueremo a lavorare con grande intensità”.