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Giorgetti: "Possibile rialzo stime preliminari Pil 2024"

Il ministro dell'Economia in audizione: "No tagli automotive, ok fondi per impresa che produce". E sottolinea: "Target 2% Nato per difesa molto ambizioso e non compatibile"

Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti (Fotogramma)
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti (Fotogramma)
07 novembre 2024 | 15.35
LETTURA: 3 minuti

“Guardando indietro, nel corso degli ultimi anni il sistema economico italiano ha mostrato una tenuta superiore alle previsioni di molti. Le stime iniziali di crescita del Pil dell’Istat sono state successivamente riviste al rialzo in misura inedita. Anche alla luce del notevole incremento dell’occupazione sin qui registrato, non sarei stupito da eventuali revisioni al rialzo anche relativamente alle stime preliminari del Pil 2024”. Così il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in audizione di fronte alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla manovra.

"Le prospettive di crescita a breve termine risultano, nel complesso, ancora incoraggianti - ha detto Giorgetti - I modelli di previsione interni lasciano ritenere che, nel trimestre finale dell’anno, il Pil dovrebbe tornare in espansione, grazie al recupero della domanda estera netta e al prosieguo della ripresa dei consumi. Promuovere la domanda in un contesto di grande incertezza è una delle chiavi cruciali per realizzare la crescita prevista nel 2025".

Il ministro ha spiegato che le “tensioni internazionali che continuano a persistere” potrebbero “condizionare in modo negativo la crescita” ma “esistono anche scenari più favorevoli”. Secondo Giorgetti, il quadro in prospettiva “è sicuramente ancora molto incerto” ma “le previsioni di crescita per il 2025 sono coerenti con una graduale ripresa della domanda interna, di cui un elemento essenziale è rappresentato dalla accelerazione degli investimenti legati al Pnrr, e con il miglioramento del contesto di fondo dell’economia europea, anche grazie ad un’intonazione meno restrittiva della politica monetaria”, ha fatto presente il ministro.

Taglio cuneo

In audizione Giorgetti ha sottolineato che "la riduzione del cuneo fiscale è stata rivista nelle modalità di applicazione, che consentiranno di ampliare l’ambito soggettivo della misura estendendola, tra l’altro, anche ai redditi fino a 40.000 euro - con benefici per ulteriori 3 milioni di contribuenti - e di attenuare le distorsioni legate al cosiddetto effetto soglia che caratterizzava lo schema precedente".

La manovra, ha evidenziato ancora, per il prossimo triennio conferma l'impostazione di stabilità e prudenza della politica del governo "continuando a sostenere il sistema economico e a ridurre l’impatto sulle famiglie dell’incertezza che caratterizza il contesto internazionale, con interventi coerenti con il percorso di aggiustamento fiscale che l’Italia si è impegnata a realizzare nel Piano strutturale di bilancio di medio termine".

No tagli automotive

Nelle risposte durante l'audizione sulla manovra il titolare di via XX Settembre ha osservato che sull'automotive "c'è bisogno di imprenditori che accettino il processo di riconversione". "Tutti gli imprenditori che vogliono riconvertire sono i benvenuti", ha detto. Nel caso del fondo per il settore "noi non togliamo i fondi a chi vuole riconvertire, noi tagliamo gli incentivi per rottamare e acquistare auto fatte in Cina, questo sì: questi 700 milioni" questi imprenditori "non li vedranno". Invece "per chi vuole produrre ci sono e ci saranno sempre" i fondi, ha sottolineato, ricordando che "800 milioni di residui sono pronti da domattina, chi vuole investire in automotive per produrre è benvenuto".

Nato

Il ministro si è soffermato anche sulle spese Nato. "Nonostante gli ingenti stanziamenti assegnati, l’obiettivo del 2 per cento del Pil richiesto dalla Nato risulta molto ambizioso e non del tutto compatibile sotto il profilo in particolare delle coperture con il quadro vigente della governance europea - ha affermato - Alla luce, infatti, degli stanziamenti previsti dal disegno di legge di bilancio arriveremo alla percentuale dell’1,57 per cento nel 2025, dell’1,58 per cento nel 2026 e dell’1,61 per cento nel 2027".

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