"Una educazione che parta fin dai programmi didattici della scuola e che sviluppi una cultura della sicurezza anche nelle aziende"
Instillare nei giovani la cultura della sicurezza sul lavoro. È questo il tema del convegno, introdotto da Rosatilde Margiotta, docente ed esperta in metodologie didattiche, 'Il lavoro e la tutela della sicurezza dei lavoratori come sapere scolastico', tenuto dalla Confsal, presente alla 23ma edizione del Salone Ambiente e Lavoro presso Bologna Fiera insieme con la confederazione di imprese Cifa Italia, il fondo interprofessionale Fonarcom e l’ente paritetico Epar. “Puntare all’educazione alla sicurezza sul lavoro e alla prevenzione degli infortuni, questa è l’idea di fondo che la Confsal vuole mettere in evidenza nel suo convegno di oggi", ha sottolineato Giovanni Luciano, presidente dell’osservatorio per la sicurezza sul lavoro della Confsal.
"Una educazione che parta fin dai programmi didattici della scuola e che sviluppi una cultura della sicurezza anche nelle aziende, tra i lavoratori e i datori di lavoro. Ci si era illusi in un rallentamento del fenomeno degli infortuni ma purtroppo non è così e i tragici avvenimenti, quali la strage di operai sui binari di Brandizzo, mette in luce che la cultura della sicurezza non sia ancora patrimonio comune e quotidiano. Per questo parliamo di vera e propria educazione", ha rimarcato Luciano.
Educazione che per Elvira Serafini, segretario generale Snals Confsal dovrebbe partire “dalla scuola dell'infanzia per inculcare nei futuri cittadini del domani la cultura della sicurezza”. “Cerchiamo di suggerire, a chi di dovere, che ci deve essere una trasversalità in tutte le discipline per creare veramente una formazione completa", ha sottolineato Serafini.
Inoltre, per assicurare ai giovani un concreto periodo formativo in azienda, il segretario generale ha sottolineato: “Al ministero già ne abbiamo parlato, a gennaio vogliamo che ci sia un registro di imprese che fornisca a chi controlla la certezza che ci siano tutte le carte in regola. Gli studenti non devono essere assolutamente considerati lavoratori perché loro stanno lì sul posto a guardare a imparare e non a lavorare. Questo deve essere chiaro, il sindacato ci tiene a una formazione sul campo, ma che non deve essere concepita come lavoro attivo”.
Intervenuto in collegamento anche il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara: “Abbiamo per la prima volta introdotto a favore dei lavoratori della scuola e di tutti gli studenti, l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Credo che sia stato un passo importante proprio per riconoscere quel principio di autorevolezza del docente e del personale della scuola", ha introdotto il ministro che poi si è soffermato sui provvedimenti mirati alla formazione in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.
"Un tema contenuto nella bozza di Ddl governativo in materia di lavoro approvata dal Consiglio dei Ministri il primo di maggio. La rapida approvazione del Ddl a firma dell’onorevole Walter Rizzetto -ha continuato- prevede la diffusione delle conoscenze di base in materia di diritto il lavoro e di sicurezza sui luoghi di lavoro. Un contributo di grande civiltà”.
In relazione alla sicurezza di studentesse e studenti, Valditara ha sottolineato: “Punto cardine della riforma è la previsione che le imprese integrino al proprio documento di valutazione dei rischi una sezione specifica nella quale siano indicate le misure di prevenzione dei rischi e di protezione dei ragazzi” ha specificato.
Gli ha fatto eco proprio Rizzetto che si è soffermato sul Ddl che propone la formazione nelle scuole: “Si andrà ad insegnare parte del diritto del lavoro è la cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Abbiamo degli studenti che sono bravissimi a parlare le lingue, sono bravissimi con l'informatica, ma devono essere bravi anche rispetto alla sicurezza sui propri luoghi di lavoro. Ne va della loro salute e a volte anche della loro della loro vita”, ha concluso Rizzetto.
Per Cesare Damiano, già ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, la formazione “degli studenti delle scuole superiori che dopo pochi anni entrano nel mondo del lavoro” è “un fatto molto positivo” poiché questi giovani possono così acquisire le “basi della conoscenza di che cos'è il mondo del lavoro e anche quali sono i rischi che possono derivare da determinate attività”, ha concluso.