cerca CERCA
Sabato 29 Giugno 2024
Aggiornato: 02:15
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Carrozza (Cern): "Per la ricerca in Italia è in un ottimo momento grazie a fondi Pnrr"

"Ma serve continuità pluriennale, come giustamente fa notare il premio Nobel Parisi"

La presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza - (Fotogramma/Ipa)
La presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza - (Fotogramma/Ipa)
07 giugno 2024 | 11.01
LETTURA: 3 minuti

"La ricerca in Italia secondo me è a buon, anzi, ottimo punto nel senso che abbiamo avuto una grande opportunità, che è quella del Pnrr e siamo circa alla metà dello sviluppo dei progetti di ricerca nell'ambito del Piano e si cominciano a vedere i primi risultati. Quindi il nostro compito adesso è mostrare l'impatto anche dell'investimento in ricerca per esempio nel caso del Cnr, sulla biodiversità, sull'intelligenza artificiale, sul quantum tech. È chiaro che quello che giustamente il premio Nobel Giorgio Parisi chiede è una continuità pluriennale, quindi avere una stabilità del finanziamento, invece ogni tanto noi abbiamo dei picchi alternati a periodi più difficili. In questo momento con il Pnrr siamo in un momento positivo". A dirlo all'Adnkronos è la presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza a margine di 'Idee per il futuro nel cuore di Roma', un progetto culturale organizzato nella Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano dalla Camera di Commercio di Roma, in collaborazione con Associazione Futuro delle Idee e patrocinio del Ministero della Cultura. (Video)

Carrozza è una delle donne al vertice della Ricerca in Italia, insieme a Fabiola Giannotti che guida il Cern e la rettrice dell'Università degli Studi di Roma 'La Sapienza', Antonella Polimeni. "Il mondo della ricerca - spiega Carrozza - sta dando un grande esempio perché, oltre a Giannotti al Cern e Polimeni alla Sapienza abbiamo diversi rettorati sempre più coniugati al femminile. E questo è un segnale importante. Tuttavia, dobbiamo ancora fare molta strada perché sappiamo che il numero delle professoresse ordinari e il numero delle dirigenti di ricerca negli enti di ricerca è ancora molto basso. Siamo a poco più del 20%. Questo significa che, anche se abbiamo dei segnali positivi, dobbiamo lavorare e capire perché tanto genio femminile si perde per la strada".

"Noi dobbiamo finanziare e sostenere la ricerca tutta, dobbiamo far capire che è molto importante che cresca una generazione di scienziati e di scienziate che abbiano questa visione, non possiamo dire a priori se un settore è più importante di un altro, anche perché poi nascono delle tecnologie che diventano decisive e magari subiscono delle accelerazioni. In questo sono d’accordo con il premio Nobel Giorgio Parisi, secondo il quale 'la ricerca ha bisogno di essere sostenuta ogni giorno, un po' come quando si innaffia una pianta, lo si fa con costanza'".

Intervistata dal giornalista Paolo Conti, durante il dibattito 'Scienza e ricerca, strumenti di sviluppo tra digitale e sostenibilità', Corrazza ha poi aggiunto: "Alla politica diciamo che occorre attrarre e tenere i talenti ma per farlo dobbiamo dare stabilità, contratti che non siano a breve termine perché il progetto di vita della ricerca vuol dire avere una posizione stabile, stabilità dei fondi della ricerca".

"Per me lo studio nei settori della biorobotica, della biomeccatronica, della neuro-ingegneria della riabilitazione è stata una scelta di vita. Negli anni mi sono occupata molto di esoscheletri di mani, arto superiore e poi arto inferiore, esoscheletri del bacino grazie ai quali è possibile restituire a persone con una forte disabilità la possibilità di muoversi, di vivere, di recuperare le funzionalità della vita quotidiana. Alzarsi, spostarsi, mangiare, quindi afferrare liberamente un bicchiere per alcune persone può essere davvero una sfida enorme. Ma per fare questo serve ancora non solo tecnologia ma anche molta scienza".

"Per me l'aspetto motivante è stato riuscire a lavorare con persone con disabilità - ha sottolineato Carrozza - un mondo nel quale non c'erano investimenti, non c'era tensione a cercare di applicare le tecnologie. E' stato molto bello, ho dovuto studiare molti anni neurofisiologia, neuroscienza, ho lavorato tantissimo con neuroscienziati svedesi e di altri Paesi, però la cosa più bella è stata vedere la soddisfazione dei pazienti che dopo un evento importante che ha causato loro anche l'impossibilità di movimento, di avere una vita normale. Il sorriso del paziente che si rialza in piedi è un'emozione indescrivibile che ti dà una forza intensa".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza