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Arte: il provocatorio Damien Hirst compie 50 anni

Mezzo secolo per l'artista vivente più 'caro' al mondo da sempre attratto dal tema della morte

Damien Hirst accanto al suo squalo tigre imbalsamato (foto Infophoto) - INFOPHOTO
Damien Hirst accanto al suo squalo tigre imbalsamato (foto Infophoto) - INFOPHOTO
06 giugno 2015 | 19.32
LETTURA: 4 minuti

L'uomo degli animali in formaldeide compie 50 anni domani. Damien Hirst, capofila del gruppo conosciuto negli anni '90 come YBAs (Young British Artists), è nato a Bristol il 7 giugno del 1965. Genio dell'arte contemporanea, l'inglese fa della morte il tema centrale delle sue opere, tra pecore e mucche imbalsamate e carcasse in cui prosperano colonie di mosche. Una passione nata da adolescente quando visitò l'obitorio di Leeds su suggerimento di un amico che studiava biologia.

Dagli anni Novanta, i suoi lavori si sono imposti all'attenzione del pubblico e, soprattutto, dei collezionisti, pronti a sborsare cifre considerevoli per accaparrarsele. Non a caso, Hirst è diventato l'artista vivente 'più caro' dopo Jasper Johns a seguito della vendita di 'The physical impossibilty of death in the mind of someone living': uno squalo tigre di oltre quattro metri, comprato per seimila dollari con una telefonata in Australia e posto in formaldeide all'interno di una vetrina.

Le opere di Hirst, tra bacheche contenenti mozziconi di sigarette e scaffalature piene di farmaci da cui l'uomo tende a essere dipendente, si caratterizzano per l'alto tasso di orrore intriso di ironia, divenendo portatrici di un messaggio trasgressivo ma d'impatto comunicativo con lo spettatore. Legato anche all'action painting e alla pop art, Hirst non ha disdegnato altre esperienze artistiche, come il dirigere piccoli spot pubblicitari e il videoclip dei Blur 'Country House'.

Il teschio di diamanti fu messo in vendita per 50 milioni di sterline

Obiettivo del britannico è suscitare continui shock. Un modus operandi simile a quello di Andy Warhol, che aveva smesso di credere nella manualità dell'autore, perché più intenzionato a comunicare idee. Un tratto in comune con Hirst, estremamente lucido, pronto ad assimilare ed applicare anche il 'ready made', caro a Marcel Duchamp, non su oggetti inanimati, ma su veri e propri esseri viventi. L'intento non è resuscitarli, solo 'immortalarli' in un'esistenza dedicata all'arte.

Criticato dagli animalisti, Hirst ha sempre replicato che i cadaveri vengono acquistati già morti. Nel 2007, l'artista ha così alzato il tiro, fondendo un teschio umano in platino, sormontandolo da quasi 9mila diamanti, incluso un diamante rosa a forma di goccia sulla fronte. Il teschio di diamanti, 'For the love of God', ha suscitato scandalo anche per un altro motivo: l'opera è costata 14 milioni di sterline, ma è stata messa in vendita per 50 dalla galleria White Cube di Londra.

Talento del marketing di sé stesso, con titolo ad effetto e ben studiato per ogni opera, il britannico ha spesso diviso la critica e la stampa, che lo hanno spesso inquadrato tra l'essere a metà tra l'artista e l'impostore. "È questo il mondo in cui viviamo" una delle repliche del diretto, e forse cinico, interessato, costantemente attratto dall'oscurità, perché la morte non è un evento negativo, ma un aspetto normale della vita.

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