
"Ognuno usa le parole della propria epoca, per forza di cose, volente o nolente"
Il rilievo dell'Enciclopedia Treccani sul linguaggio utilizzato nell'articolo 38 della Costituzione, allorchè utilizza il termine "minorato", "è indiscutibilmente vera e non si può non sottoscriverla. Ognuno usa le parole del suo tempo, per forza di cose, volente o nolente". Lo dichiara all'Adnkronos il presidente onorario dell'Accademia della Crusca, Claudio Marazzini, direttore della Classe di Scienze morali, storiche e filologiche dell'Accademia delle Scienze di Torino e professore emerito di Storia della Lingua italiana nell'Università del Piemonte Orientale
"Sta di fatto che i Padri costituenti (oggi anche 'padri e madri', secondo alcuni), con le parole del loro tempo hanno introdotto cambiamenti radicali nella vita civile - osserva Marazzini - Speriamo che i revisori di parole di oggi riescano a incidere sulla realtà almeno con la stessa efficacia, visto che i cambiamenti linguistici da soli non bastano, anzi spesso sono un modo per far bella figura a buon mercato. E soprattutto speriamo che non si torni anche in questo caso alla proposta di ritoccare 'alla moderna' le parole della Costituzione".
(di Paolo Martini)