La direttrice della Bologna Children's Book Fair a 'Il Sole 24 Ore': "Esistono ancora lo spazio emotivo per la passione verso la lettura e lo spazio mentale per l'idea del libro"
Segnali contro la fine del libro arrivano dai più piccoli. "Nei bambini e nelle bambine il desiderio della lettura è vivo. Il mondo è cambiato. Sono pragmatica, ma ottimista", dice in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore' Elena Pasoli, 65 anni, direttrice della Bologna Children's Book Fair, la fiera mondiale più importante del settore.
"Il sovraffollamento dell'immagine e la prevalenza della rete sono l'ossatura friabile della realtà. Il libro classico, come primo codice di interpretazione e come strumento diffuso in ogni ceto sociale, è in crisi. L'Ottocento e il Novecento sono passati. Ma è altrettanto vero - sottolinea - che ha preso forma un fertile terreno comune fra il libro tradizionale su carta, il libro digitale, l'audiolibro, i podcast e una forma mista di parola scritta e immagine quale è la grafica. Non tutto rischia di essere polverizzato, compresso e annichilito dalla fugacità e dalla pervasività dei social media e della rete. Esistono, fra tutti questi mondi, punti di incontro, per i quali chi è nato negli anni Duemila ha una naturale attitudine".
"I bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze hanno sempre più, come estensione dei loro corpi e delle loro menti, gli smartphone e i loro infiniti contenuti. Ma, in questa mutazione generale indotta dalla tecnologia di massa" per Pasoli "esistono ancora lo spazio emotivo per la passione verso la lettura e lo spazio mentale per l'idea del libro, che è uno degli elementi fondativi del mondo generato dal Mediterraneo, dall'Ebraismo al Cristianesimo fino all'Islam, che sono religioni e civiltà del libro".