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La pittrice Jasmine Aljarba: "impossibile una pace a Gaza sotto occupazione'

'Non so se riuscirò a tornare nel mio Paese, ma spero sempre di poterlo fare un giorno. Intanto continuo, attraverso la mia arte, a dare il mio contributo alla rinascita'

L'artista palestinese Jasmine Aljarba
L'artista palestinese Jasmine Aljarba
20 gennaio 2025 | 19.03
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"Impossibile una pace sotto l'occupazione. Siamo tutti fiduciosi per questa tregua. Ma continuiamo a vivere con l'interrogativo sul nostro futuro a Gaza. Desideriamo solo ricominciare a vivere in una terra che non esiste più. Nessuno di noi si aspettava una simile violenza e distruzione". La pittrice di origine palestinese Yasmine Aljarba, parla all'Adnkronos dopo aver inaugurato a Roma, al Micro Arti Visive di Paola Valori, la mostra 'Resti di Gaza', che ha come obiettivo una raccolta fondi, tramite progetti ad hoc, da inviare a sostegno della popolazione di Gaza. "Vorrei tornare nel mio Paese e contribuire alla sua ricostruzione attraverso la mia arte e quella degli altri artisti palestinesi che hanno vissuto e testimoniato questa guerra - aggiunge- Sono arrivata a Milano due anni fa per studiare arte grazie a una borsa di studio. Avrei dovuto tornare nel mio Paese dopo un anno, ma mi sono ritrovata bloccata in Italia dalla guerra".

"La mia famiglia è ancora a Gaza, ma la situazione lì è disastrosa - racconta ancora l'artista - Non ci sono più scuole, né università, né ospedali. Vivo a Milano e cerco di contribuire, attraverso la mia arte, alla ricostruzione del mio Paese. Non so se riuscirò a tornare, ma spero sempre di poterlo fare un giorno e dare così il mio contributo alla rinascita della mia terra". Sull'idea di poter finalmente giungere ad una tregua definitiva con la realizzazione di 'due popoli in due Stati', Yasmine Aljarba è molto scettica. "Non credo che Israele lascerà la nostra terra volontariamente, ma è possibile ottenere tutto ciò attraverso la nostra 'resistenza' all’occupazione, che da 76 anni ha portato devastazione alla nostra terra - aggiunge- Ogni ostaggio israeliano liberato contribuisce a salvare decine di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri dell’occupazione, sottolineando l’importanza della nostra lotta continua per riconquistare i nostri diritti legittimi. Tra i nostri politici in carcere anche Marwan Barghuthi, che potrebbe essere il prossimo presidente palestinese".

Dopo l'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca potrebbe cambiare qualcosa nel conflitto tra israeliani e palestinesi? "Sono pessimista - conclude Yasmine Aljarba- Le cose cambieranno, sicuramente, ma in peggio".

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