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Gli scatti amatoriali che incantano il regista Lee Shulman

La mostra "Best Regards-The Anonymous Project" al Fondaco dei Tedeschi a Venezia

Gli scatti amatoriali che incantano il regista Lee Shulman
17 aprile 2024 | 17.46
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Un'inedita selezione di scatti fotografici di fotografi non professionisti di tutto il mondo, una pluralità di immagini che accompagnano il visitatore in un viaggio emozionante e intimo attraverso i mitici anni '50-'60 fino ai '70 è al centro della mostra "Best Regards-The Anonymous Project" inaugurata oggi (mercoledì 17 aprile) nel prestigioso spazio del Fondaco dei Tedeschi a Venezia, nel sestiere di San Marco, dove resterà visitabile ad ingresso libero fino al prossimo 17 novembre, in occasione della Biennale Arte 2024.

Presente all'inaugurazione l'artista che firma l'allestimento, il regista cinematografico e direttore artistico del pluriennale progetto The Anonymous Project, Lee Shulman, che ha attinto per la mostra dalla sua straordinaria collezione di diapositive a colori scattate da fotografi anonimi. Un'energia straordinaria emerge da questi archivi intimi che documentano compleanni, feste, pranzi, ritrovi tra amici, istanti del quotidiano. I colori accesi e la nitidezza della pellicola Kodachrome catturano momenti familiari e senza tempo che formano il diario caleidoscopico di un’epoca e tracciano i contorni di una memoria collettiva, ordinaria ma preziosa.

L’artista londinese ha costruito il progetto artistico "Best regards - The Anonymous Project" appositamente per lo spazio veneziano: un’installazione che pervade tutto il Fondaco, snodandosi dalla corte al quarto piano. La mostra propone una pluralità di immagini che accompagnano il visitatore in un viaggio emozionante: i luoghi, le date, i fotografi e i soggetti rimangono anonimi, raccontando tuttavia storie affascinanti dal sapore universale. Diapositive delle vite degli altri che ritraggono vite quotidiane di perfetti sconosciuti: quel tipo di fotografia vernacolare che mette al centro gente comune che documenta la propria vita per diletto o per riempire gli album di famiglia.

L'archivio The Anonymous Project prende vita nel 2017 e conta oggi ormai centinaia di migliaia di diapositive trovate nel mondo. Si tratta di un progetto monumentale che Shulman iniziò comprando su eBay una scatola di diapositive Kodachrome da 35 mm e che da allora non ha più smesso di incrementare. Oggi la collezione, uno spaccato della vita di tutti i giorni del ’900, conta circa 800mila immagini a colori. Uno straordinario archivio digitale che mira a costruire una memoria collettiva, storica e sociale, a partire dagli scatti di fotografi amatoriali di tutto il mondo. Il risultato è una vera goduria per gli occhi di chi ama perdersi nei ricordi, ma anche, e soprattutto, la testimonianza che ogni memoria individuale, se condivisa, diventa memoria collettiva e costituisce valore per l’intera società.

“Oltre alle parole, c'è questo linguaggio universale che solo uno sguardo autentico può decifrare”, commenta Lee Shulman a proposito del suo intervento nell’edificio cinquecentesco del Fondaco dei Tedeschi “È in quei momenti in cui i nostri sguardi si incrociano che scopriamo la vera bellezza dell'umanità. In ogni iride, si può percepire una storia, un viaggio, sogni intrecciati con i fili dell'esperienza. È un grande piacere per me condividere tutto questo con il pubblico veneziano”.

Nato a Londra, Lee Shulman si è laureato alla Westminster School of Media, Arts and Design con una laurea in film e fotografia. Due anni di regia gli hanno valso numerosi premi sia nel Regno Unito che in Francia. Mentre viveva e lavorava a Parigi, ha fondato The Anonymous Project nel 2017, un progetto artistico di cui è anche il direttore artistico e per il quale raccoglie diapositive a colori da tutto il mondo. Questa vasta collezione vernacolare, una delle più significative e uniche al mondo, ha continuato a crescere sempre di più nel tempo. Lee ha avviato The Anonymous Project comprando casualmente una scatola di diapositive online, innamorandosi immediatamente delle persone e delle storie che ha scoperto attraverso queste piccole finestre sulle vite passate. Una memoria collettiva che era stata dimenticata e ora viene rivitalizzata attraverso mostre, pubblicazioni e progetti artistici collaborativi. Pubblicato nel 2022, il suo ultimo libro Deja View, che combina il suo lavoro con quello del fotografo Martin Parr, è stato acclamato dalla critica ed è stato oggetto di diverse mostre.

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