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Dal premio Strega Mario Desiati a Bill Gates, le novità in libreria

Arrivano anche sugli scaffali 'La grande menzogna' di Fabrizio Corona e 'Nord Nord' di Marco Belpoliti

Le copertine dei libri
Le copertine dei libri
08 febbraio 2025 | 12.59
LETTURA: 14 minuti

Ecco una selezione delle novità in libreria, presentata questa settimana dall'AdnKronos.

Mario Desiati, premio Strega nel 2022 con 'Spatriati' torna in libreria con 'Malbianco' pubblicato da Einaudi. Marco Petrovici ha quarant’anni e vive a Berlino, quando all’improvviso, un giorno, inizia a svenire. Per scoprire l’origine di questi suoi disturbi e ritrovare un po’ di pace, decide di tornare in Puglia, dai genitori ormai anziani che vivono immersi in un bosco di querce e lecci nella campagna tarantina. Schiacciato dai sensi di colpa per non essere il figlio che Use e Tonia speravano, si ferma nella casa di famiglia per occuparsi di loro, ma allo stesso tempo si convince che le cause del suo malessere vadano cercate nella memoria sepolta di quel loro cognome cosí strano.

A partire da un ricordo d’infanzia dai contorni fumosi - un balordo un po’ troppo famigliare che suona il violino sotto la neve di Taranto -, con l’aiuto di zia Ada, della letteratura e della storiografia, della psicoterapia e di un diario ritrovato non per caso, Marco cura il 'malbianco' che opprime la sua famiglia. Facendosi largo tra reticenza e continue omissioni, scopre la vita segreta della bisnonna Addolorata, trovatella e asinaia, e ricostruisce le vicende di nonno Demetrio e di suo fratello Vladimiro, entrambi reduci di guerra, una guerra combattuta e patita in modi molto diversi. Chi sono davvero i Petrovici? Da dove arrivano? E cosa c’entra con loro un’antica ninna nanna yiddish che inconsapevolmente si tramandano da quasi cent’anni? Questa è la parabola di chi rivolge lo sguardo dietro di sé, alle proprie origini più profonde, per vivere il presente e immaginare un futuro libero da quel malbianco che nasconde la vera essenza delle persone. Raccontando la frenesia e i turbamenti di un protagonista consumato dalla storia che si porta addosso, Mario Desiati ci consegna il suo romanzo più lirico, inquieto, ambizioso e maturo.

'La grande menzogna' (Piemme) di Fabrizio Corona

"Questo libro non è per chi cerca il romanzo da premio Strega o l'ultima masturbazione di qualche super fan del mondo woke. Qui dentro troverai la verità, nuda e cruda, su uno dei triangoli mediatici più chiacchierati d'Italia: Francesco Totti, Ilary Blasi e Cristiano Iovino". Ad affermarlo è Fabrizio Corona, autore de 'La grande menzogna', pubblicato da Piemme. "Ma non si parla solo di loro. Ci sono decine di personaggi - dice ancora Corona - che hanno orbitato attorno a questa storia, ciascuno con un ruolo, una maschera, una parte. Ho scelto di raccontare questa storia perché in essa c'è tutto quello che rappresenta l'Italia di oggi: il desiderio irrefrenabile di proteggere una finta immagine pubblica, anche a costo di tradire la propria intimità. Questo non è solo un libro sui tradimenti, su amori che finiscono o su nuovi amanti che entrano in scena. Io, come sempre, sono qui per portare alla luce la grande ipocrisia di chi non sa dire mai la verità, spiegando fatti e storie con la lente della comunicazione"

A Fabrizio Corona - si legge nella quarta di copertina del libro - non interessa fare gossip né speculare sull'ultimo scandalo eclatante di cui tutti si dimenticheranno non appena ne arriverà un altro. A lui interessa squarciare il velo di bugie e falsità dietro cui si nascondono i mondi patinati dello spettacolo e dei social, per mostrare il vero volto di chi da anni, servendosi di quello che lui definisce il 'grande club della comunicazione', manipola le informazioni in proprio favore, mentendo a migliaia di persone. Testimone privilegiato, sempre un passo avanti agli altri, nei suoi Libri Neri, Corona svela finalmente la verità dei fatti, abbattendo un muro di omertosa apparenza sapientemente architettato.

'Source code' (Mondadori) di Bill Gates

Il racconto degli inizi di uno degli imprenditori e filantropi più influenti e innovativi dell’epoca moderna, in uscita in contemporanea mondiale. E' 'Source code', il libro di Bill Gates pubblicato in Italia da Mondadori. I successi imprenditoriali di Bill Gates sono ben noti: il ragazzo che, all’età di soli vent’anni, abbandonò gli studi universitari a Harvard e avviò un’azienda di software destinata a diventare un colosso del settore e trasformare radicalmente il modo in cui lavoriamo e viviamo; il multimiliardario che si è poi dedicato alla filantropia impegnandosi in cause importanti come la lotta ai cambiamenti climatici, la salute globale e l’istruzione. Per questo, 'Source Code' non riguarda il periodo d’oro di Microsoft né la Fondazione Gates o il futuro della tecnologia. È invece la storia umana e personale di come Bill Gates è diventato chi è oggi: la sua infanzia, i primi interessi, le prime passioni.

Racconta della sua famiglia, di una nonna dai ferrei principi e di due genitori ambiziosi, delle prime amicizie e della perdita improvvisa del suo migliore amico, della lotta per integrarsi e della scoperta di un mondo di computer e codici all’alba di una nuova era. Ripercorre i passi di un ragazzo che, dalle fughe notturne in un vicino centro informatico quando era solo un adolescente, è arrivato a concepire, nella sua stanza al college, una rivoluzione che avrebbe cambiato il mondo per sempre. Bill Gates, in queste pagine, condivide per la prima volta la sua storia, con calore, saggezza e umanità. Un ritratto affascinante e rivelatore.

'Trilogia triestina. Svevo, Joyce, Saba' (La Neve di Teseo) di Mauro Covacich

Per la prima volta in volume, tre monologhi scritti, vissuti e interpretati da Mauro Covacich in un viaggio letterario fra Trieste e gli scrittori che l’hanno resa immortale. Un viaggio che trova spazio nel saggio 'Trilogia triestina. Svevo, Joyce, Saba' dello scrittore triestino Covacich in uscita il 14 febbraio.

Le manie, l’umanità, gli autentici colpi di genio di tre giganti della letteratura del Novecento: Italo Svevo, che impara l’italiano sui libri di scuola; James Joyce, che durante i lunghi anni trascorsi a Trieste parla e canta nel dialetto locale; Umberto Saba, che dedica i suoi versi più belli a una città che gli sarà sempre stretta. Tre atti a formare la biografia di una città, un viaggio che attraversa tre stagioni letterarie affini ma allo stesso tempo distanti e diverse, tutte con al centro il capoluogo giuliano.

Covacich (Trieste, 1965) è autore della raccolta di racconti La sposa (2014, finalista premio Strega) e di numerosi romanzi. Presso La nave di Teseo ha pubblicato in una nuova edizione il 'ciclo delle stelle', 'A perdifiato' (2003), 'Fiona' (2005), 'Prima di sparire' (2008), 'A nome tuo' (2011, da cui Valeria Golino ha tratto il film Miele), 'La città interiore' (2017, finalista premio Campiello), 'Di chi è questo cuore' (2019), 'Colpo di lama' (nuova edizione 2020), 'L’avventura terrestre' (2023), oltre ai saggi 'Sulla corsa' (2021) e 'Kafka' (2024). Nel 1999 l’Università di Vienna gli ha conferito l’Abraham Woursell Award. Vive a Roma.

'È notte sul confine' (Guanda) di Pietro Spirito

E' sugli scaffali da pochi giorni con Guanda 'È notte sul confine' di Pietro Spirito.Trieste è la città dei destini, un catino dove si mischiano vita e sangue di genti diverse fra loro, una lavagna grigia sulla quale tracciare le invisibili linee d’intersezione di ogni fatalità. In questa città che sente lungo il confine con la Jugoslavia tutto il peso della Guerra Fredda, il giornalista Ettore Salassi, svagato, disordinato e con un formidabile istinto per i guai, accetta di collaborare con i servizi segreti.

Arruolato nel Sid, raccoglie informazioni su gruppi e persone vicini al­l’estremismo sia di destra che di sinistra. Ma anche lui ha qualcosa da nascondere: un passato oscuro, ­durante la guerra, il singolare vizietto di ­rubare libri e un debole per le donne che gli complicano la vita. In redazione fa coppia con l’amico e collega Max ­Pastini, che in quanto a debolezze non è da meno. Mentre i due si barcamenano fra articoli di routine e piccole inchieste quotidiane, Salassi si trova coinvolto in un caso che avrebbe voluto evitare: alla vigilia del tentato golpe Borghese, nel dicembre del 1970, un giovane militare di stanza in una caserma sul Carso viene trovato morto. Fantasmi del passato e del presente lo minacciano, e ­l’amore per una bella slovena dalla vita misteriosa lo porterà in un pericoloso labirinto dove sarà costretto prima di tutto a fare i conti con sé stesso.

'Come si uccide un gentiluomo' (Neri Pozza) di Tullio Avoledo

L’avvocato Vittorio Contrada, Controvento per gli amici, uomo senza peli sulla lingua e molto pelo sullo stomaco, ha cambiato vita. Lasciato il diritto societario per seguire soltanto cause ambientali o comunque 'eticamente valide', ha chiuso con i viaggi da sogno, gli affari milionari, i lussi indescrivibili e i polli da spennare, per rifugiarsi in uno studio sgarrupato con la sola compagnia di Gloria Almariva, collega combattiva e testarda ben lontana dallo stereotipo dell’avvocata di grido. E' da qui che prende le mosse Tullio Avoledo nel suo ultimo romanzo 'Come si uccide un gentiluomo' pubblicato da Neri Pozza.

Una cosa però è rimasta a Vittorio: la voglia di scontrarsi, e di vincere. Oltre alla passione per le belle donne e le auto d’epoca, ovviamente. Così, quando Valerio Del Zotto emerge dal suo passato per consegnargli una valigetta - la sua mitica ventiquattrore da cui uscivano sempre tesori o idee inestimabili - e poi morire poco dopo, Vittorio non può restare a guardare. C’è del marcio in quella ventiquattrore, su cui Vittorio si impegna a indagare insieme a Gloria. Il caso ha a che fare con un’isolata comunità montana e una spregiudicata speculazione edilizia, ma tra i fiumi che cambiano corso e le vallate presidiate dalle ruspe si muovono poteri molto più grandi di quanto i due avvocati riescano a immaginare.

Anche se a essere più pericolose a volte sono cose molto piccole, quasi insignificanti: cose come le idee. Tra una Milano che sale vorticosa – eccessiva, spietata, ingiusta – e un Friuli edenico e fiero che qualcuno sta cercando di distruggere, Come si uccide un gentiluomo è un romanzo nerissimo e dolce, arrabbiato ed esilarante, tenero e feroce, che rispecchia alla perfezione il mondo di oggi: ugualmente pieno di inquietudine e speranza.

'Nord Nord' (Einaudi) di Marco Belpoliti

Dove si trova esattamente il Nord? E che cosa significa, nel nostro Paese? È forse una pura invenzione? Né Dante né Petrarca hanno mai usato questa parola, in caso di necessità l’avrebbero chiamato Settentrione. Allora quando si è cominciato a parlarne? Partendo da questi interrogativi su un concetto relativo e quanto mai sfuggente, Marco Belpoliti traccia nel saggio 'Nord Nord' pubblicato da Einaudi i contorni di un territorio definito dalla storia, dalla geografia, dai ricordi personali e letterari: un territorio che da Milano, sua città elettiva, si estende alla Brianza, a Monza e a Bergamo, ma anche al Mare del Nord e persino al Mar Nero.

Su questi luoghi Belpoliti posa uno sguardo 'geologico', che include i massi erratici lasciati da ghiacciai milioni di anni fa e si proietta verso un futuro (forse) distopico, in cui a causa dei cambiamenti climatici l’Adriatico sommergerà la Pianura padana rendendo la Brianza un’amena località di mare. Ma il suo è al contempo uno sguardo attento al mondo dei piccoli animali – coccinelle, pipistrelli, corvi, salamandre – che di stagione in stagione trovano rifugio vicino a casa sua, o addirittura in casa sua; attento, soprattutto, alle persone che ha avuto la fortuna di frequentare.

Tra queste alcuni protagonisti della vita culturale italiana degli ultimi decenni, come Alberto Arbasino, Gabriele Basilico, Mario Dondero, Enzo Mari, Lea Vergine, e i siciliani trapiantati al Nord Vincenzo Consolo e Ferdinando Scianna: di tutti loro regala un gesto, un’abitudine, la visione del mondo. Dalle ossa dei Lanzichenecchi al viaggio erotico di Stendhal, dalla maledetta villa di Gadda alla maschera di Arlecchino, dalla storia dello stoccafisso alle sorgenti della Drava, fiume italiano che si getta nel Danubio, sfogliamo il taccuino del suo itinerario sentimentale tra pubblico e privato, storia e memoria. Un viaggio verso il Nord, misterioso ed elusivo, dove l’autore sembra voler condurre i lettori con il suo racconto pieno di curiosità umana e intellettuale e la sua voce empatica e intensa.

'Figli di nessuno' (Rizzoli) di Pasquale Guadagno e Francesca Barra

La Rizzoli manda in libreria 'Figli di nessuno' di Pasquale Guadagno e Francesca Barra. "Sono figlio di nessuno, orfano di femminicidio. Ripudiato dal padre, che uscito di prigione mai è venuto a cercarmi, benché avrei dovuto essere io a odiarlo. Ancora oggi non ho risposte per spiegare ciò che è accaduto. Mi resta una certezza: non voglio avere lottato una vita intera e morire per niente", racconta Pasquale Guadagno. Il 25 aprile del 2010 Salvatore Guadagno ha ucciso sua moglie, Carmela Cerillo, la madre dei suoi due figli. Ha strangolato la donna che diceva di amare. È stato condannato a diciotto anni di reclusione con rito abbreviato, ridotti a tredici anni e mezzo per buona condotta. L’ha uccisa per gelosia. Carmela aveva trentasette anni, è morta giovane. "Cosa propria" la chiamava il marito. Il figlio Pasquale, allora quattordicenne, si ritrova a portare un doppio fardello: quello di figlio della vittima e del carnefice. Diviso tra l’odio per l’uomo violento e assassino e l’attrazione per il padre, tra il biasimo e il desiderio di redimerlo per avere di nuovo un pezzettino di famiglia, vive in bilico tra il passato di cui non può liberarsi e il presente che vorrebbe costruire. Ma questa non è soltanto la storia della sua depressione, è soprattutto il racconto di come, con la vicinanza della sorella maggiore Annamaria, sia riuscito a diventare l’uomo che è oggi: consapevole di sé, coraggioso, resiliente.

E vuole essere anche una testimonianza collettiva, perché l’abuso e la violenza di genere si consumano nel silenzio, nell’omertà – delle persone, delle istituzioni, dello Stato - e nella solitudine delle vittime, che continuano a pagare il prezzo di una profonda carenza nell’educazione sentimentale e di una cultura ancora permeata di pregiudizi. Prenderne atto vorrebbe dire mettere in discussione un intero modo di vivere. Quindici anni dopo Pasquale Guadagno, in un memoir schietto che non cerca pietà né perdono, con l’aiuto della giornalista Francesca Barra, che da tanti anni scrive e racconta storie di ingiustizia legate ai diritti civili, fa i conti con il lutto che l’ha cambiato per sempre e che ancora lo definisce.

'La cucina di Bilanciamo' (Sperling&Kupfer) di Giulia Biondi

Cinquanta ricette dolci e salate con tabelle nutrizionali ed eventuali sostituzioni per imparare a bilanciare i vostri pasti e adattarli alle vostre esigenze. A proporle è 'La cucina di Bilanciamo', il libro firmato da Giulia Biondi pubblicato da Sperling&Kupfer. Esistono piatti che fanno dimagrire e altri che fanno ingrassare? Dobbiamo rinunciare alla nostra pizza preferita se vogliamo perdere peso e sostituirla con 'la pizza proteica' di albume e cavolfiore? Il porridge al mattino è più 'sano' di latte e biscotti? Bisogna davvero dire addio alla colazione al bar con cappuccino e cornetto? E la pasta a cena è una cattiva idea? Questi sono solo alcuni dei dubbi che attanagliano tutti coloro che cercano di approcciarsi a un'alimentazione varia ed equilibrata.

Ma la risposta è più semplice di quanto possiamo immaginare: "Nessun cibo è proibito". Parola della dottoressa Giulia Biondi, docente di nutrizione e formatrice olimpica, che sui social è seguita da 700.000 persone. È arrivato il momento di dimenticare le diete massacranti, le rinunce proibitive e i pasti senza gusto: tra queste pagine l'esperta di educazione alimentare più famosa del web ci insegna come realizzare - a seconda delle proprie necessità, dei gusti e dello stile di vita - piatti bilanciati e sfiziosi al tempo stesso. Tutti noi siamo continuamente bombardati da ricette di ogni genere, da quella fit a quella low carb o senza grassi, ma mai nessuno ci ha insegnato a rispondere alle domande fondamentali: "Quanto devo mangiare?" "Qual è la mia porzione?". Un vero e proprio ricettario didattico: uno strumento indispensabile per imparare a bilanciare i nostri pasti e adattarli alle nostre esigenze. Un ingrediente non ci piace? In queste pagine i lettori scopriranno come sostituirlo.

'La maestra e la Bestia' (Feltrinelli) di Imma Monsó

'La maestra e la Bestia' è il titolo del libro della scrittrice spagnola Imma Monsó. Settembre 1962: Severina riceve il suo primo incarico come insegnante in un paesino dei Pirenei spagnoli, realizzando così i suoi più grandi desideri: vedere la neve, avere una casa e, forse, sentire di appartenere finalmente a un luogo. Si lascia alle spalle un’infanzia e un’adolescenza trascorse in isolamento dal resto del mondo, segnate dai misteriosi viaggi del padre, dalla malattia della madre - scissa tra il desiderio di tenerla lontana dall’ideologia del regime franchista e quello di prepararla ad affrontare la realtà - e dai rari soggiorni a Barcellona presso la zia.

Ignara delle regole e delle ferite della comunità rurale in cui si è insediata, Severina è chiamata a ricomporre i tasselli della trama che lega la sua vita al passato collettivo, aiutata dall’amicizia di un uomo misterioso che esercita su di lei un fascino magnetico, e che tutti in paese chiamano la Bestia. La vicenda di Severina ripercorre la storia della Spagna dagli anni più bui del franchismo alla transizione democratica vitalista e allegra - sullo sfondo prima di una provincia solitaria e maestosa, poi di una Barcellona che 'si fa bella' in pieno boom economico –, per riscattare la memoria storica e ottenere giustizia per i vinti della guerra civile.

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