Educazione, innovazione e ricerca. Sono i tre ambiti in cui l'Italia dovrebbe investire di più per non perdere il 'treno dello sviluppo'. Parola di Piero Angela che, conversando con l'AdnKronos in occasione dei suoi 90 anni che cadono oggi, mette in risalto le priorità per il nostro Paese la cui modernizzazione "è in ritardo".
"Dovremmo investire molto di più - spiega - nell'educazione innanzi tutto. Spendiamo molto, in particolare per le persone anziane, ma in proporzione molto poco per l'educazione, per la ricerca, per l'innovazione e per tutto quello che rappresenta il motore dello sviluppo moderno". Il rischio è quello di "perdere la corsa con le nuove tecnologie che stanno rivoluzionando ogni aspetto della politica, del lavoro e soprattutto dell'economia. Chi non cavalca questa prorompente rivoluzione rimane indietro. Allora se il Paese vuole continuare a essere avanzato, deve investire in questi campi".
Innovazione che, per Angela, coincide anche con una carenza nella digitalizzazione della macchina burocratica del nostro Paese. "Nella nostra pubblica amministrazione c'è sempre stato un problema di digitalizzazione anche se alcuni uffici - osserva Angela - funzionano benissimo. Per prendere delle decisioni i politici hanno bisogno di dati che possono essere forniti dalla pubblica amministrazione. E per fare questo bisogna che siano aggiornati e completi. Su questo credo che qualunque governo debba fare una battaglia. E' la modernizzazione del Paese che è in ritardo".
Angela, che festeggia il traguardo dei 90 anni in "famiglia con due amici novantenni venuti a trovarmi dalla mia città, Torino e insieme ad alcuni musicisti con cui suoneremo", traccia anche un bilancio della sua carriera. E sottolinea che la veste che più gli appartiene "è quello del documentarista scien tifico". Si tratta di un lavoro che può essere svolto con grande libertà. "Il documentarista - dice infatti - è il padrone a bordo, ovvero può lavorare con una piena libertà di azione". Un'attività "che consente di approfondire i temi che si trattano. Questo è il lavoro che mi è più congeniale tra quelli che ho fatto".
Un'attività, quella del documentarista, che Angela ha svolto attraverso due canali, la televisione e la scrittura: "Scrivere libri - afferma - consente di approfondire molto di più i temi che si trattano. E' molto gratificante, inoltre, potersi rivolgere ad un pubblico selezionato per il fatto stesso che compra il tuo libro. Quando qualcuno dice di aver visto i miei programmi mi fa piacere, ma il fatto che qualcuno compri un mio libro è molto diverso. Si tratta di una persona che ha speso 20 euro per acquistarlo e che pensa di riservare del tempo per leggerlo".
Il giornalista ricorda poi due incontri che hanno segnato in modo particolare la sua formazione e la sua carriera. "Tra le persone che ho incontrato nella mia vita professionale - racconta Angela - posso dire che quella che ho più amato è stato Edoardo Amaldi, il più stretto collaboratore di Fermi. Con lui ho scritto un libro-intervista ('Intervista sulla materia e dal nucleo alle galassie' ndr). Ero agli inizi del mio lavoro di divulgatore e quello con Amaldi è stato per me un incontro importante".
"Un altro personaggio importante è stato - prosegue Angela - Aurelio Peccei, un manager dirigente dell'Olivetti e della Fiat. E' stato soprattutto un grande sognatore: è lui che ha creato il Club di Roma di cui facevano parte scienziati, manager, filosofi di tutto il mondo, tra cui giapponesi, americani, olandesi tedeschi sudamericani".
"Un gruppo di studiosi - ricorda Angela - che cercava nuove strade per lo sviluppo, quando si pensava che potesse essere illimitato, e che ha promosso la pubblicazione del famoso libro 'I limiti dello sviluppo', un bestseller all'inizio degli anni '70", conclude.