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Strage Brandizzo, la dirigente che disse 'no' ai lavori: "Non potevo fare di più"

Le parole al Tg1 di Vincenza Repaci, la dirigente Movimento di Rfi di turno nella sala controllo di Chivasso la notte in cui il treno ha investito e ucciso 5 operai: "Consapevole di aver fatto il mio lavoro nel migliore dei modi rispettando quello che è il regolamento"

La stazione di Brandizzo dopo l'incidente ferroviario costato la vita a 5 operai - Adnkronos
La stazione di Brandizzo dopo l'incidente ferroviario costato la vita a 5 operai - Adnkronos
11 settembre 2023 | 23.00
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Sull'incidente ferroviario di Brandizzo parla oggi la dirigente che la sera della strage, in servizio a Chivasso, disse 'no' all'inizio dei lavori. "Sicuramente l’evento mi ha scossa tantissimo, è un evento che non si può dimenticare, sono però consapevole di aver fatto il mio lavoro nel migliore dei modi rispettando quello che è il regolamento. Più di quello non avrei potuto fare”. Queste le parole al Tg1 di Vincenza Repaci, la dirigente Movimento di Rfi di turno nella sala controllo la notte tra il 30 e 31 agosto quando un treno ha investito e ucciso 5 operai che si trovavano sui binari per eseguire lavori di manutenzione. Nell’intervista la giovane dirigente conferma quello che era già emerso dai primi accertamenti all’indomani dell’incidente, e cioè che in tre telefonate con il tecnico di Rfi che si trovava sui binari, e ora indagato, non dà l’autorizzazione a cominciare i lavori. "Assolutamente, come è emerso da vari articoli, ci sono indagini in corso, sono dichiarazioni che ho già fatto in tribunale", sottolinea precisando, poi, al cronista che chiede se già in passato era successo che operai cominciassero a lavorare senza nulla osta formale: “Ci sono dei regolamenti che vanno rispettati anche perché si è ben consapevoli che comunque ci sono delle persone”.

La dirigente è già tornata al lavoro, e tornando ai quei momenti osserva: “Non è stato semplice, si sa comunque che in quelle situazioni bisogna reagire, non bisogna dimenticare il proprio ruolo. Sono comunque rientrata già a lavorare - conclude - perché ritengo, che, comunque, avendo fatto il mio dovere nel miglior modo sia corretto tornare a lavorare. Sono orgogliosa del mio lavoro e sicuramente non mi fermerò per quanto successo".

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