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Ottavia Piana, chi pagherà i soccorsi per la speleologa bloccata?

Presidente Società speleologica italiana: "Missioni a fine scientifico, per salvataggi non paga cittadino"

Ottavia Piana, chi pagherà i soccorsi per la speleologa bloccata?
18 dicembre 2024 | 14.45
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Esplorazioni come quelle che hanno visto protagonista Ottavia Piana, la speleologa salvata dopo essere rimasta bloccata nella grotta Abisso Bueno Fonteno nel bergamasco, "hanno un fine scientifico" e quanto ai costi per il recupero, ricerca e soccorso all'interno della grotta "non paga assolutamente il cittadino perché tutti gli speleologi sono assicurati". Lo sottolinea all'Adnkronos il presidente della Società speleologica italiana Sergio Orsini riguardo al caso della speleologa che, già nel 2023 era rimasta bloccata per 40 ore all'interno della stessa grotta.

Orsini sottolinea che la speleologa era già "andata a novembre a recuperare dei fluorocaptori, del materiale che viene immesso dentro l'acqua che corre in grotta per verificare la presenza di un tracciante che serve a conoscere il percorso che fa l'acqua da dove penetra fino a dove esce. Mettere fluorocaptori serve a capire se, nel giro di 15-30 giorni, è passata in quel punto una percentuale del materiale tracciante. Attualmente stavano facendo queste ricerche perché nel bacino del Sebino c'è una fuoriuscita di acqua che non si sa bene che percorso fa - spiega - E sapere che percorso fa l'acqua è importante anche per capire se subisce inquinamenti". Indagini di questo tipo servono anche ad altre ricerche, come quelle sull'inquinamento e la "presenza di micro-plastiche".

"Facciamo queste ricerche per fare in modo che le acque delle sorgenti e degli acquedotti siano controllate in continuazione", sottolinea ancora Orsini ricordando che si tratta di "missioni che hanno un fine scientifico" e "non ci fermiamo solo all'acqua e alla verifica degli inquinanti, facciamo anche indagini sulla verifica della temperatura media dell'ambiente".

Gli speleologi, assicura Orsini, sono esperti e non improvvisano: "La preparazione è molto approfondita e quando lo speleologo va in grotta è preparato ad affrontare tante situazioni di rischio. Facciamo corsi su soccorso e autosoccorso e prepariamo i soci ad affrontare le situazioni sotto tutti i punti di vista". Il presidente della Società speleologica italiana fa notare che, non a caso, sono pochissimi gli interventi di salvataggio in grotta: "Le statistiche della delegazione lombarda del Cnss dicono che, nel 2023, ci sono stati 1.714 interventi del Corpo, di questi 734 per escursionisti, 201 per lo sci di pista, 128 per l'alpinismo, 109 per mountain bike". In fondo alla classifica gli interventi legati alla speleologia che, sottolinea Orsini, sono stati "sei".

Ma, tiene a precisare il presidente della Società speleologica italiana, per gli interventi di recupero e salvataggio "non paga assolutamente il cittadino. Gli speleologi sono tutti assicurati e l'assicurazione copre i costi di ricerca e soccorso in grotta".

"Noi facciamo tutto questo come volontari e giriamo tutti i risultati e i dati scientifici che otteniamo sia agli enti pubblici che alle università che li usano per fare le loro indagini", precisa il presidente.

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