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Omicidio di Mamadi Tunkara a Bergamo, killer confessa: "Ucciso per gelosia"

L'uomo è stato fermato questa mattina, era pronto a fuggire in Svizzera. Il vigilante ucciso con un coltello di ceramica, l'aggressione non sarebbe stata pianificata

Il presunto aggressore di Mamadi Tunkara, il vigilante ucciso ieri a coltellate a Bergamo - Polizia
Il presunto aggressore di Mamadi Tunkara, il vigilante ucciso ieri a coltellate a Bergamo - Polizia
04 gennaio 2025 | 11.30
LETTURA: 3 minuti

Sarebbe la gelosia per una donna il movente dell’omicidio di Mamadi Tunkara, il vigilante gambiano di 36 anni ucciso ieri a coltellate in pieno centro a Bergamo. E’ quanto emerso durante la conferenza stampa indetta nel pomeriggio di oggi in questura, nel corso della quale il procuratore aggiunto Maria Cristina Rota ha fatto il punto sull’operazione che ha portato al fermo del 28enne originario del Togo, Djiram Sadate.

Il giovane, ha spiegato la procuratrice, ha chiesto di essere ascoltato, malgrado all’inizio avesse deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Prima di essere mandato in carcere, poi, ha cambiato idea, manifestando la volontà di parlare e l’interrogatorio è tuttora in corso. In questa fase quindi il 28enne sta rendendo la sua confessione ed ha già ammesso di aver compiuto l’omicidio spiegando le ragioni che l’hanno portato ad aggredire il 36enne gambiano. Alla base ci sarebbe la gelosia per una presunta relazione che il vigilante avrebbe intrattenuto con la sua ex compagna, una donna italiana con la quale aveva convissuto fino a poco tempo fa.

L'uomo era stato individuato e fermato in mattinata, bloccato al confine della Svizzera mentre cercava di espatriare. Il 36enne gambiano ucciso ieri a Bergamo era soprannominato 'Lookman', per la somiglianza con l’attaccante nigeriano dell’Atalanta Ademola Lookman.

"Lite finita male, aggressione non pianificata"

E’ un coltello da cucina con una lama in ceramica lunga 14 centimetri e una impugnatura lunga 13 l’arma che ha ucciso Mamadi Tunkara. L’arma del delitto era stata trovata ieri stesso dagli agenti della squadra mobile d Bergamo ad un chilometro di distanza dal luogo dell’aggressione all’interno del cortile di uno stabile. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’aggressione da parte del 28enne togolese Djiram Sadate però non sarebbe stata pianificata, ma sarebbe frutto di una lite finita male.

Nel corso della conferenza stampa, la procuratrice ha sottolineato che proprio durante il comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza che si è tenuto questa mattina a Bergamo è emerso un forte aumento dell’uso di armi da taglio e da punta da parte di giovani e stranieri che sempre più spesso portano con loro questo tipo di armi senza un motivo legittimo.

Le indagini e la ricostruzione

Il lavoro di indagine prosegue senza sosta e ora si dovrà accertare se davvero Tunkara avesse una relazione con la ex compagna del 28enne togolese. Di certo al momento c’è solo che questi ultimi conoscevano bene la vittima perché andavano a fare la spesa nel supermercato dove lavorava come vigilante.

Secondo le ricostruzioni degli investigatori, sembra che ieri pomeriggio il 28enne si sia recato al Carrefour di via Tiraboschi per chiarire la situazione con il 36enne. All’interno del locale però sembra che non lo abbia trovato e che se ne stesse per andare, quando una volta uscito dal negozio lo avrebbe visto arrivare in bicicletta. A quel punto lo avrebbe affrontato chiedendogli di ammettere la relazione con la sua ex. Agli investigatori il 28enne ha riferito che Tunkara avrebbe reagito male e che la discussione sarebbe ben presto degenerata finendo nel sangue.

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