Nazarena Savino: "La disabilità ci rende unici e non la si deve vivere come un limite ma come uno sprone a studiare, ad agire, a fare"
'Nil difficile volenti' (nulla è arduo per colui che vuole), detto latino che identifica perfettamente la forza di volontà e la determinazione di Nazarena Savino, ragazza di 26 anni, originaria di Erchie (Brindisi), affetta da una malattia neurologica che le impedisce di leggere e scrivere. Ha appena conseguito la laurea in Storia dell’Arte con 110 e lode discutendo una tesi in Storia dell’Arte incentrata sull’accessibilità ai beni culturali, ed è la terza laurea in poco più di quattro anni. "Avevo 18 anni quando mi hanno diagnosticato una malattia neurologica che, pur vedendoci, mi impedisce di leggere e scrivere - racconta all'Adnkronos Nazarena Savino - ma questo, malgrado persone che dicevano che sarei rimasta a guardare il mondo da una finestra, non mi ha fermato e, grazie all'aiuto di mia madre, Lea, e di mia sorella Swami, mie mani per scrivere e miei occhi per leggere, ho raggiunto i miei obiettivi, ho realizzato i miei sogni".
"La disabilità spesso si tende a nasconderla, si prova vergogna, mentre io ritengo, anzi, credo che sia parte fondamentale di ciò che siamo - dice con fermezza Nazzarena Savino - la disabilità ci rende unici e non la si deve vivere come un limite, tutt'altro, è uno sprone a studiare, ad agire, a fare. Bisogna considerarla come un elemento che unisce, include tutti. Certo il mio non è stato un percorso facile, ma voglio continuare e lanciare il messaggio che la disabilità non deve fermare nessuno e che quindi l'accessibilità alla cultura, ai musei, ai palazzi storici è un principio universale che deve essere garantito a tutti". "Ho cominciato con i registratori, per poi arrivare alle applicazioni sui cellulari - spiega ancora Nazarena Savino - e ai computer: il bello della tecnologia è che si evolve e ritengo molto importante aprire la mente, studiare e promuovere una cultura inclusiva. Tutti devono poter apprendere indipendentemente dalle loro qualità o capacità. Le nuove tecnologie, l'Ia sono un aiuto, un'opportunità importante, ma ci vuole sempre il controllo della persona perché può comunque commettere errori. Un appello? Ai giovani dico non arrendesi mai. La perseveranza, la passione e lo studio sono la chiave del successo. Le cose belle e brutte della vita contribuiscono a renderci le persone che siamo oggi: con le sfide che si cresce e si diventa più forti".
La passione, la perseveranza e la disciplina di Nazarena Savino sono state sottolineate dal professore Francesco del Sole, ricercatore in Storia dell'Architettura presso l'Università del Salento, e relatore dell'ultima tesi di laurea della 26enne di Erchie. "Passione, forza di volontà, ma soprattutto il rispetto dimostrato, mi hanno particolarmente colpito di Nazarena - evidenzia Del Sole - e soprattutto il fatto di non aver mai chiesto un trattamento diverso dagli altri studenti: niente programmi o esami differenziati, di conseguenza non l'ho mai trattata diversamente dagli altri. Una studente modello che ha eseguito tutto in maniera impeccabile: la sua tesi, in storia dell'architettura, è un lavoro ben fatto". "Vorrei sottolineare che, in realtà, non ho mai effettivamente saputo fino in fondo quale fosse la sua disabilità. Non mi hai mai detto nulla, ritengo, per non mettermi in difficoltà - conclude Del Sole - non ha mai voluto un trattamento speciale. Credo che tutti i giovani debbano prendere Nazarena ad esempio, a modello per la costanza, la dedizione e la disciplina con cui a conseguito i suoi obiettivi: tre lauree in tempi davvero brevi. L'università oltre a conoscenza e cultura è una scuola di vita e Nazarena lo ha dimostrato ampiamente. Le sono molto affezionato e le auguro ogni bene!". (di Giselda Curzi)