A poco più di dieci giorni dalla Giornata Nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo, che si celebrerà con un evento il 31 gennaio alle 10.30 a Palazzo Vecchio (Salone dei Cinquecento) e con l’illuminazione, nella serata del 1° febbraio, di palazzi e monumenti da parte di centinaia di Comuni, Regioni e delle istituzioni centrali in tutta Italia, l’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra accoglie con entusiasmo e profonda speranza la notizia dell’avvio della tregua a Gaza.
Michele Vigne, Presidente Nazionale dell’Associazione, dichiara in una nota: "La tregua è il primo segnale di speranza che abbraccia l’umanità da diversi anni a questa parte, un segnale che dice che gli sforzi diplomatici per la pacificazione sono sempre preziosi. Vedere in questi giorni alcuni ostaggi israeliani tornare finalmente alle proprie famiglie e sapere che gli aiuti umanitari iniziano ad arrivare alla popolazione civile di Gaza, stremata da oltre un anno di guerra, è davvero incoraggiante. Commovente per coloro che hanno conosciuto le deprivazioni della guerra in passato e ne col-gono pienamente il valore umano. Il cessate il fuoco, - continua Vigne - per noi vittime civili di guerra italiane, assume un significato speciale essendo prossima la data del 1° febbraio, la Giornata Nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo, che celebreremo con ancor più convincimento e tenacia auspicando che la pace in Medi Oriente sia duratura e che ciò ispiri anche soluzioni analoghe per altri conflitti”.
"L‘Anvcg - si legge nella nota - si augura che l’Italia già in prima linea con l’operazione 'Food for Gaza' attivata dal ministero degli Esteri nell’ambito della cooperazione internazionale possa incidere ancora di più, già dai primi momenti di tregua, potendo contare su maggiori varchi e corridoi umanitari. L’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra ribadisce il suo instancabile impegno nel sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni su questi temi, perché la pace non sia solo una pausa temporanea ma una condizione stabile nella quale tutti gli strumenti del diritto internazionale possano essere utilizzati nel prevenire e proteggere le popolazioni civili in contesto di guerra".