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"Mio figlio autistico di 8 anni messo su sedia vergogna in classe", la denuncia di una mamma

La donna: "Da allora ha iniziato a farsi la pipì addosso"

Un'aula  - (Fotogramma)
Un'aula - (Fotogramma)
17 settembre 2024 | 13.28
LETTURA: 2 minuti

Mio figlio autistico di 8 anni messo sulla sedia della vergogna in classe, da allora ha iniziato a farsi la pipì addosso”. E' la denuncia di una mamma pubblicata oggi sul quotidiano 'La Repubblica' edizione di Bari che spiega come il caso coinvolga una scuola primaria della provincia.

La denuncia della mamma

La donna ha segnalato l’episodio e alla fine l’insegnante di sostegno è stata spostata per far tornare quella precedente che aveva costruito un rapporto solido con il bambino. La chiamano “sedia camomilla” o “della riflessione”, si legge sul quotidiano, ma per molti è solo “la sedia della vergogna”. È il metodo che una insegnante ha utilizzato per punire un bambino autistico in una scuola primaria della provincia di Bari: “Ha fatto sedere mio figlio di fronte ai compagni di classe, tra l’armadio e il muro, senza dover toccare nessuno - racconta la madre, Giulia, scrive il quotidiano - Senza motivo, solo perché la nuova docente temeva che il bambino potesse far male a qualcuno". Il figlio ha 8 anni e mezzo e soffre di disturbi dello spettro autistico di secondo livello.

Il giornale scrive ancora che "i fatti risalgono a due anni fa quando l’insegnante di sostegno del primo anno è stata sostituita da un’altra. Una discontinuità che ha avuto un impattato negativo sull’alunno". E la mamma evidenzia che “in una settimana è precipitato a livello psichiatrico. Ha iniziato a farsi la pipì addosso dopo essere stato sottoposto alla sedia della vergogna - ricorda ancora - viene anche chiamata sedia della riflessione, ma ha rappresentato soltanto un momento di mortificazione”. L’insegnante avrebbe applicato questo metodo per calmare il bambino “ma – secondo la mamma – non sapeva gestire la situazione. Mi ha chiamata affermando che dovevamo mandarlo in una struttura ad hoc”. Dopo la segnalazione del caso al corpo docente e alla presidenza, scrive il quotidiano, l’insegnante di sostegno è andata via ed è tornata la maestra del primo anno.

“La maestra è andata via ammettendo che stava scaricando sul bambino la frustrazione di molti problemi legati al lavoro in classe", aggiunge la madre, che ogni anno lotta per mantenere la stessa insegnante del primo anno e perché puntualmente rischia di essere sostituita per lo scorrimento delle graduatorie per posti in deroga.

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