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Mario Paciolla, i genitori contro l'archiviazione: "È stato ucciso in Colombia"

Oggi il gip di Roma si è riservato sulla richiesta di archiviazione: la decisione è attesa nelle prossime settimane

Mario Paciolla - Ipa
Mario Paciolla - Ipa
19 marzo 2025 | 11.08
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Anna e Pino Paciolla credono che il loro figlio, Mario Paciolla, sia stato ucciso e si sono opposti all'archiviazione sollecitata per la seconda volta dalla procura di Roma. Il cooperante napoletano venne trovato senza vita nella sua abitazione a San Vicente del Caguàn, in Colombia nel luglio del 2020, dove operava per le Nazioni Unite. Aveva 30 anni. "Noi non abbiamo mai creduto che Mario si sia suicidato, lui amava la vita. Ci sono tanti elementi, anche scientifici, che ci dicono che Mario è stato ucciso", dicono Anna e Pino Paciolla.

Oggi il gip di Roma si è riservato sulla richiesta di archiviazione, sollecitata per la seconda volta dalla procura di Roma, e la decisione è attesa nelle prossime settimane. "Mario ha acquistato un biglietto aereo per tornare a Napoli poche ore prima del suo ritrovamento senza di vita. Noi non abbiamo mai creduto che si sia suicidato, lui - hanno detto i genitori dal sit-in organizzato davanti alla città giudiziaria con Articolo 21, Fnsi e Amnesty - amava la vita. Aiutava gli altri e da cinque anni che cerchiamo risposte: il nostro è un percorso di verità e giustizia. Un percorso che abbiamo intrapreso anche per i tanti cooperanti che sono all’estero come è il caso di Alberto Trentini".

Il legale dei genitori: "Molti elementi fanno propendere per omicidio"

Al termine dell’udienza di opposizione all’archiviazione l’avvocata Alessandra Ballerini, legale della famiglia di Paciolla, ha spiegato: "Abbiamo evidenziato tutti i dubbi e le incongruenze che secondo noi portano verso una ricostruzione di un omicidio e non di un suicidio. Ci sono anche dati scientifici e nella ricostruzione della polizia giudiziaria restano molti elementi di dubbio. Ora aspettiamo la decisione. Gli elementi che ci fanno propendere per l’omicidio sono moltissimi: dalla perizia medico-legale alle tracce ematiche". "Ricordiamo che in questa vicenda - ha ribadito l’avvocata - mancano molti elementi perché la sicurezza dell’Onu aveva provveduto a ripulire la scena del crimine, anche con la candeggina. Molte prove sono state fatte sparire e quindi moltissime cose non le sapremo mai”.

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