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Lavinia investita all'asilo, maestra e donna alla guida condannate per lesioni colpose gravissime

Due anni e sei mesi per l'insegnante, rea anche di abbandono di minore, uno all'investitrice. La piccola, travolta a 16 mesi mentre gattonava nel parcheggio della struttura, da quel giorno è in stato vegetativo. Il padre: "Giustizia è stata fatta"

Un asilo (Fotogramma)
Un asilo (Fotogramma)
22 gennaio 2024 | 17.28
LETTURA: 2 minuti

Due anni e sei mesi alla maestra per lesioni colpose gravissime stradali e abbandono di minore per aver lasciato i bambini soli all'asilo per portare Lavinia in ospedale. E' la condanna in primo grado, arrivata oggi nell'ambito del processo sul caso della piccola Lavinia, investita a 16 mesi, mentre gattonava nel parcheggio dell'asilo la Fattoria di Mamma Cocca a Velletri e da allora in stato vegetativo. La richiesta del pubblico ministero per l'insegnante, Francesca Rocca, era stata di 2 anni. Un anno di condanna anche all'investitrice, Chiara Colonnelli per lesioni colpose gravissime stradali con patente sospesa per un anno. La donna ha subito anche la condanna generica al risarcimento del danno il cui importo dovrà essere determinato in sede civile.

Papà di Lavinia: "Giustizia è stata fatta"

"Oggi finalmente giustizia è stata fatta" ha detto Massimo Montebove, papà della piccola Lavinia, commentando la sentenza. "Siamo contenti perché il giudice con delle pene severe che sono andate, oltre le richieste del pubblico ministero, ha stabilito un principio importante che è quello della responsabilità di chi doveva accudire e controllare una bambina piccola e non lo ha fatto e ha determinato il suo stato vegetativo permanente e irreversibile. Questo vale sia per la maestra Francesca Rocca che è la principale responsabile di quello che è successo ma anche per l'investitrice Chiara Colonnelli perché la sua condotta di guida poteva e doveva essere diversa". "Queste pene a noi non restituiscono una Lavinia sana, ma sono qualcosa di bello per la giustizia in generale - conclude -. Da poliziotto posso continuare a credere nella giustizia, è un segnale buono anche per gli italiani che tante volte pensano che non ci sia. La giustizia c'è e arriva perché esistono dei giudici a Berlino ed esiste un giudice a Velletri".

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