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La nascita di un figlio è la seconda causa di povertà, ma 70% dei bimbi sogna di averne uno

Dati, analisi e proposte dagli Stati generali della Natalità a Milano

La nascita di un figlio è la seconda causa di povertà, ma 70% dei bimbi sogna di averne uno
13 dicembre 2024 | 13.21
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Oltre 50 appuntamenti in giro per l'Italia. Obiettivo: portare il tema della natalità in cima alle agende di tutti. Circa 24mila Km percorsi per lanciare un allarme: dal 2008 al 2023 le nascite sono diminuite di quasi 200mila unità, parliamo del -34%. E anche quest'anno, come sottolinea Francesco Maria Chelli, presidente dell'Istat, si registra un altro triste record: "secondo i dati relativi al periodo gennaio-luglio, le nascite sono ben 4600 in meno rispetto allo scorso anno".

Il guanto di sfida... la nascita di un figlio è la seconda causa di povertà...

Gli Stati Generali della Natalità, approdati oggi a Palazzo Lombardia di Milano, si pongono l'obiettivo di discutere per trovare soluzioni a questa problematica. Gigi De Palo, fondatore e presidente della Fondazione per la Natalità, lo dice senza mezzi termini: il punto non "è imporre" ma dare la possibilità a chi desidera avere figli di farlo, realizzando i propri sogni: è una questione di libertà". Oggi, aggiunge, la nascita di un figlio è la seconda causa di povertà.

Tassare il reddito disponibile..

Una delle proposte avanzate dalla Fondazione riguarda il quoziente familiare, mentre il ministro Giorgetti, oltre ad avanzare una proposta sull'agenzia della natalità sottolinea che la cosa giusta da fare non è tassare il reddito nominale, ma il reddito disponibile, dato che una famiglia numerosa ha un reddito inferiore a quello di un single.

Le aziende devono fare la loro parte

L'aspetto fiscale è solo uno degli elementi di un quadro molto più ampio: di fronte a una sfida così complessa, osserva il governatore della Lombardia Attilio Fontana, è necessario il contributo di tutti, a partire dalle aziende. "Per esempio, attraverso strumenti di flessibilità come lo smart working". Un approccio olistico, aggiunge, che unisca istituzioni, imprese e mondo del volontariato: "Noi, con le nostre politiche, stiamo facendo la nostra parte: come nel caso degli asili nido gratuiti, ampliando la platea dei beneficiari. Stiamo anche sostenendo i centri per la famiglia gestiti da comuni e aziende sanitarie, e abbiamo attivato 13 reti territoriali per la conciliazione tra lavoro e famiglia".

Le mamme che lavoravano prima del parto: il 28% ha lasciato la propria occupazione..

Su questo punto i dati confermano una separazione netta tra aspettative e realtà, soprattutto per le donne: quelle con almeno un figlio che non hanno mai lavorato in Italia sono l'11,1% contro la media Ue del 3,7%. Non solo. Tra le mamme che lavoravano prima del parto il 28% ha lasciato la propria occupazione, mentre il 27% è passata al part-time.

Quasi il 70% dei bambini sogna di avere figli

Sono tanti i fattori che incidono sulla natalità, fattori economici, di conciliazione vita-lavoro, altri strettamente legati a dinamiche famigliari. "Eppure - chiosa il presidente dell'Istat - un segnale positivo va dato: in un'indagine che abbiamo svolto, quasi il 70% dei bambini intervistati dice che vorrà avere figli: alcuni addirittura più di due. Per combattere il fenomeno della denatalità sarà necessario accompagnare questi desideri".

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