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G7 Salute, Ryan (Oms): "Antibiotici tra più grandi invenzioni ma usati male, serve svolta"

"Investire nell'agricoltura e negli allevamenti, questi farmaci non vanno usati per far crescere gli animali"

Mike Ryan, direttore esecutivo del Programma Emergenze sanitarie dell'Oms - Adnkronos
Mike Ryan, direttore esecutivo del Programma Emergenze sanitarie dell'Oms - Adnkronos
10 ottobre 2024 | 16.01
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"L’antibiotico-resistenza sta diventando il più grande killer in tutto il mondo, anche per l'Occidente non è una sfida lontana. Io ho perso mio zio per l’antibiotico resistenza perché è stato infettato in ospedale. Gli antibiotici sono una delle più grandi invenzioni della storia umana e noi stiamo distruggendo questa grandissima invenzione usandola troppo sugli esseri umani. L’unico modo per combattere il problema sono le giuste politiche: tendiamo a colpevolizzare le persone e i medici, ma questo è un problema che riguarda le politiche, affinché gli antibiotici siano usati nel modo corretto sugli umani e sugli animali e non per fare crescere gli animali. Al momento ci sono delle politiche sbagliate e non dovremmo incolpare i singoli, anche se ciascuno ha la propria responsabilità. Ma troppe volte i governi spostano la responsabilità dalle politiche e dalle autorità di controllo alla comunità. Gi investimenti sono necessari ma non risolvono tutto, ci vuole consapevolezza, educazione e giuste politiche". Così Mike Ryan, direttore esecutivo del Programma Emergenze sanitarie dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), ospite del G7 Salute ad Ancora in un punto stampa con i giornalisti.

"È necessario anche investire in agricoltura: l’obiettivo è non incentivare l’utilizzo di antibiotici come fattore di crescita per l’agricoltura e l’allevamento. Dobbiamo trovare dei modi per incentivare l’agricoltura ad abbandonare questo approccio - ha rimarcato - Non voglio spaventare le persone, lo stato a livello globale delle persone è sicuramente meglio oggi che in passato. Tuttavia l'Europa è stata sempre a rischio pandemie e l'Italia è particolarmente a rischio per la sua storia di viaggi e scambi commerciali, allo stesso tempo anche se siamo più forti non è detto non ci siamo più pericoli da un punto di vista sanitario".

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