L'ingegnere di 61 anni nel gennaio 2023 ha sparato alla giovane avvocatessa fuori da un ristorante in via Amelia al Tuscolano a Roma. I familiari: "La sua vita è stata spezzata, ma giustizia è fatta"
I giudici della Prima Corte d'Assise di Roma hanno condannato oggi, giovedì 20 dicembre, all'ergastolo Costantino Bonaiuti, l'ingegnere di 61 anni che nel gennaio 2023 ha sparato e ucciso l'ex compagna Martina Scialdone fuori da un ristorante in via Amelia al Tuscolano. Alla lettura della sentenza erano presenti in aula familiari e amici di Martina. La madre e il fratello della vittima si sono abbracciati in lacrime.
Una sentenza che accoglie le richieste della pm Barbara Trotta che nel corso della requisitoria aveva ricordato quanto accadde il 13 gennaio 2023 quando Bonaiuti uccise l'ex, avvocato di 34 anni, al culmine di una lite dopo che Martina aveva deciso di interrompere la relazione. Il delitto avvenne davanti al fratello della vittima, arrivato sul posto perché preoccupato per la sorella.
L'accusa per Bonaiuti era di omicidio volontario aggravato dai motivi futili e abietti rappresentati dalla gelosia, dall'aver agito contro una persona a lui legata da relazione affettiva, e dalla premeditazione, in particolare, "portando con sé l'arma sul luogo dell’appuntamento essendo consapevole della volontà di interrompere definitivamente la relazione controllandone gli spostamenti grazie all'installazione clandestina di un dispositivo Gps collegandolo al suo cellulare”. All'uomo è contestato anche il porto illegale in luogo pubblico della pistola semiautomatica Glock che deteneva per uso sportivo.
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"Non ci sono vincitori né vinti. Mia figlia non c’è più, la sua è una vita spezzata" ha detto la madre di Martina. "E' andata come volevamo e speravamo. Timore c'è sempre sui verdetti, ma giustizia è stata fatta", ha detto il fratello di Martina.