Il quotidiano britannico dedica un approfondimento alla battaglia della provincia di Bolzano
"I proprietari di cani a Bolzano devono sottoporre i loro animali domestici al test del Dna". Questa la decisione dell'autorità provinciale per combattere il "flagello degli escrementi nelle strade". La storia finisce sul Guardian, che dedica un approfondimento alla curiosa battaglia della provincia di Bolzano. "I risultati del tampone verranno inseriti in un database a cui la polizia potrà poi fare riferimento nella ricerca dei colpevoli e dei loro proprietari. Le prove verranno utilizzate per multare i proprietari tra 292 e 1.048 euro", si legge.
Su 45mila cani presenti nel territorio, solo 5mila sono stati analizzati. "La misura ha suscitato polemiche, soprattutto tra i proprietari di cani che puliscono diligentemente le feci dei loro animali domestici e che ora sono obbligati a pagare 65 euro per il test. Inoltre ci si interroga su come verrà gestita la complessa e costosa iniziativa, soprattutto se i colpevoli sono randagi o di proprietà di turisti", continua il Guardian. "Il consigliere provinciale Arnold Schuler ha detto che il database è ancora 'in fase di implementazione' e che sono stati trovati altri veterinari per aiutare a effettuare i test del Dna". "In questo modo rendiamo più semplice per tutti la registrazione del proprio animale domestico", ha detto a Rai News, riporta il Guardian. "Il test del Dna sarà obbligatorio da fine marzo e multe salate attendono i proprietari che non registrano i propri animali da compagnia, dice al Giornale Paolo Zambotto, direttore del dipartimento veterinario di Bolzano".
"Le associazioni animaliste - si legge ancora sul quotidiano britannico - avevano presentato petizioni per chiedere l'abrogazione della legge prima della scadenza del 31 dicembre. 'La cosa più interessante è che alla petizione hanno aderito molte persone che non hanno cani', aveva detto a dicembre al sito di informazione locale Altoadige.it Filippo Maturi, presidente di Assopets, l'associazione per la tutela dei proprietari di animali. 'È una legge ingiusta che non risolve il problema e che, soprattutto, ha costi di gestione enormi'".