Il presidente degli industriali pugliesi: "Vaccino e controlli sono unici strumenti che abbiamo per tutelare posto di lavoro"
"Siamo da sempre favorevoli al green pass rinforzato nelle imprese, anche se questo significa per noi un aggravio di lavoro per via dei controlli. Ma noi siamo felicissimi se questa norma viene adottata perché così riusciamo a tutelare i posti di lavoro". Lo dice ad Adnkronos/Labitalia, Sergio Fontana, industriale del settore farmaceutico e presidente di Confindustria Puglia. "E d'altra parte -osserva Fontana- se per andare al ristorante abbiamo la necessità della tutela del green pass vaccinale, non vedo perchè questa tutela non debba essere necessaria per il posto di lavoro". "Per tutelare il posto di lavoro abbiamo solo due elementi: da una parte il vaccino, dall'altra il controllo che le persone siano vaccinate. Così facendo difendiamo anche i lavoratori, la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro, e le imprese. Difendiamo cioè chi produce Pil coi fatti non a chiacchiere o col reddito di cittadinanza", conclude Fontana.
"Estremamente positivo che entrino in vigore le nuove regole sulle quarantene per i vaccinati che hanno avuto contatti con persone positive al Covid, perchè non possiamo fermarci e dobbiamo tutelarci nel miglior modo possibile", prosegue il presidente di Confindustria Puglia.
"La variante Omicron può essere sconfitta solo se ci vaccineremo in tutto il mondo -spiega Fontana, che nella sua azienda di Canosa di Puglia produce materie prime per la galenica usata nella cura delle malattie rare - e questo non per un fatto 'filantropico', ma per una questione di salvaguardia di tutti, perché il problema del virus è globale. E siccome non possiamo mettere tutti in quarantena, ci dobbiamo vaccinare". "Con le nuove disposizioni sulle quarantene abbiamo la possibilità che una persona vaccinata possa tornare a lavorare purchè indossi la mascherina Ffp2 -spiega Fontana-. Abbiamo avuto molti problemi perché molti lavoratori o si sono ammalati o hanno avuti contatti con familiari positivi. Ma dobbiamo tornare a lavorare perché se non lavoriamo questo enorme debito che sta facendo l'Italia, chi lo paga?". (di Mariangela Pani)