Il candidato sindaco di centrodestra per la campagna elettorale annuncia di voler “girare tutta la città per incontrare le persone"
“Mi riempie di gioia sapere che il mio nome è stato scelto da una coalizione ampia, che ha dialogato con grande civiltà: ringrazio tutto il centrodestra e spero di ripagare la fiducia garantendo a Roma, se verrò eletto, la buona amministrazione. Faremo cose utili per la Capitale, come facevano i Cesari e i Papi”. Così al Corriere della Sera Enrico Michetti, candidato sindaco di centrodestra a Roma, che per la campagna elettorale annuncia di voler “girare tutta Roma, lo faccio ritualmente, per incontrare le persone. Credo che la prima tappa verrà concordata insieme con la coalizione. Ognuno è importante: le categorie, i dipendenti pubblici che sono in numero rilevante e vanno visti senza pregiudizi. Nei primi cento giorni adotterei, nei limiti delle nostre competenze, misure per favorire le categorie produttive più colpite dalla crisi e migliorare la qualità della vita nelle aree più degradate”.
In riferimento alle pressioni che potrebbe ricevere dai partiti, Michetti afferma che “sono fondamentali, in quanto espressione della classe dirigente un po’ come la cartilagine per il ginocchio... Abbiamo dei grandi profili che vanno valorizzati in un contesto progettuale armonico, troveremo le persone migliori”. Quanto a Vittorio Sgarbi come assessore alla Cultura, “ha un profilo altissimo e il mio ruolo sarà di servizio, non di comando. Voglio essere di supporto ai miei assessori e alle loro idee nel raggiungimento degli obiettivi che ci daremo”. Riguardo al 'ticket’ con Simonetta Matone, sua vice, Michetti non la considera una manovra per ridimensionare il suo ruolo, “al contrario – dice - dovremmo esaltare la sua straordinaria competenza nei servizi sociali e nella sicurezza”.
In tema di rifiuti e allagamenti, Michetti sostiene che “per risolvere il problema dei primi, Roma deve dotarsi di impianti innovativi con il minore impatto possibile, oltre a promuovere una raccolta differenziata spinta e una cultura ambientale che punti sul riciclo e il riuso. Riguardo agli allagamenti, servono infrastrutture adeguate dall’ammodernamento della rete fognaria ai depuratori, alle vasche di esondazione".
Più in generale, sul futuro di Roma, "basta pensare a come vedevano Roma i grandi Cesari e i papi - dice Michetti - non avrebbero mai costruito le piramidi perché non erano di pubblica utilità, costruivano ponti, strade, acquedotti, anfiteatri per il benessere dei cittadini. Penso, tra gli altri, a una variante generale del piano regolatore dove inserire una città della pubblica amministrazione con il front office di tutti i dicasteri più importanti, per evitare che i cittadini facciano il giro delle sette chiese”. Sempre in tema di riferimenti storici, il candidato sindaco chiarisce la propria frase sul saluto ‘igienico’: "C’è il video. Mi hanno chiesto di spiegare l’origine del saluto romano e ho detto che era con la mano aperta in segno di pace, senza alcuna connotazione rievocativa”.