Lo segnala Unimpresa che sottolinea come si tratti di una diminuzione del 2,4% in appena tre mesi
L’onda lunga della crisi economica causata dalla pandemia e, soprattutto, l’aumento delle bollette energetiche si fanno sentire sui risparmi di aziende e cittadini con una inversione di tendenza, dopo quasi tre anni di crescita costante, e una riduzione di oltre 50 miliardi di euro dei depositi sui conti correnti. Lo segnala Unimpresa che sottolinea come si tratti di una diminuzione del 2,4% in appena tre mesi: a luglio, infatti, l’ammontare delle riserve delle famiglie e delle imprese depositate nelle banche del Paese era a quota 2.097 miliardi, mentre a ottobre è calato a 2.047 miliardi.
L'analisi del Centro studi di Unimpresa suggerisce che il deflusso improvviso potrebbe avere qualche ripercussione sulla raccolta degli istituti di credito, che potrebbe diventare più costosa, con in prospettiva effetti negativi sugli impieghi, in particolare sui tassi di interesse praticati sui prestiti concessi alla clientela.
"Quella che abbiamo sotto gli occhi è la fotografia di una situazione drammatica, che noi, purtroppo, avevamo prospettato da tempo. Stanno venendo meno le forze e la liquidità, sia per le famiglie sia per le imprese, specie quelle più piccole. I costi sono insostenibili, le bollette energetiche non più gestibili. Ecco perché, chi ha la possibilità attinge alle proprie riserve. Al governo riconosciamo l’impresa di aver confezionato una legge di bilancio comunque positiva e in tempi brevissimi, tuttavia segnaliamo l’urgenza di avviare un piano straordinario di interventi pubblici e di sostegni a partire da gennaio» commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.