"Hai mai fumato cannabis?". Il 22,3% degli studenti delle scuole superiori italiane risponde sì a questa domanda. E' uno degli aspetti che viene rilevato nello studio 'Dipendenze comportamentali nella Generazione Z', frutto di un accordo tra il Dipartimento Politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri e il Centro nazionale dipendenze e doping dell'Istituto superiore di sanità, presentato oggi con un convegno a Roma nella sede dell'Iss. Per l'indagine sono stati intervistati nell'autunno del 2022 più di 8.700 studenti tra gli 11 e i 17 anni, 3.600 circa delle scuole secondarie di primo grado e 5.100 circa delle secondarie di secondo grado, su tutto il territorio nazionale, selezionati in modo da avere un campione rappresentativo della popolazione.
Un piccolo focus del rapporto è dedicato alla cannabis. E dall'analisi del gruppo - più di un quinto degli studenti delle superiori intervistati - che risponde di averne fatto uso, emerge che "non ci sono differenze sostanziali tra maschi e femmine". Ma si riscontrano percentuali più alte di ragazzi che presentano rischio di dipendenze comportamentali come la food addiction, la social media addiction e l'isolamento sociale, rispetto a quanti ce ne siano fra i compagni che non hanno mai fumato cannabis.
In questa quota di chi ha fumato cannabis ci sono adolescenti che presentano maggiormente comportamenti di doxing (diffusione di informazioni online di una persona con intenzioni solitamente spiacevoli) sia praticato che subito, di sexting sia inviato che ricevuto, ma anche attività di morphing (tendenza a modificare la propria immagine con App per migliorare l'aspetto e nascondere eventuali difetti) e di social challenge. Inoltre, segnalano i ricercatori, "tra i ragazzi che hanno fumato cannabis c'è una percentuale maggiore di fumatori, consumatori di alcol, di episodi di ubriacature nell'ultimo mese, di consumo di altre sostanze d'abuso e ansiolitici".