Big Data è un termine inglese ormai entrato nel vocabolario comune. Ma forse non tutti sanno cosa sono e a cosa servono. Si tratta di enormi masse di dati eterogenei per diversità di fonte e formato, raccolti al fine di estrapolare valore o conoscenza. Le caratteristiche dei Big Data – volume, velocità di circolazione e archiviazione, varietà (dati strutturati e non), veridicità, variabilità - richiedono particolari tecnologie e metodi analitici per poterli raccogliere, analizzare e trasformare. Per questo si tratta di un patrimonio di grande valore per organizzazioni e aziende, anche al fine di scoprire tendenze e legami tra fenomeni diversi. Una corretta analisi dei Big Data permette infatti alle organizzazioni di sviluppare strategie e modelli di business sempre più innovativi e concorrenziali.
Adnkronos ed Expleo hanno fatto il punto sul mercato dei Big Data analizzando le statistiche fornite da diverse fonti: Statista, un sito web tedesco di ricerche di mercato; Eurostat, l'ufficio strategico dell'Unione Europea che raccoglie ed elabora a fini statistici dati provenienti dagli Stati membri; Istat, per i dati inerenti all'utilizzo di tecnologie di intelligenza artificiale da parte delle imprese.
Prima di proseguire, alcune definizioni e chiarimenti. I Data Center vengono definiti come un'unità organizzativa che coordina e mantiene le apparecchiature ed i servizi di gestione dei dati, ovvero l'infrastruttura informatica di una o più aziende od organizzazioni. Dunque, si tratta di strutture fondamentali nella gestione di ogni tipo di dato e comunicazione verso l'interno e l'esterno.