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Bce, gli analisti: "Rallenta rialzo tassi ma oggi toni più duri"

Devono ancora "aumentare in misura significativa a un ritmo costante"

Bce, gli analisti:
15 dicembre 2022 | 17.40
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"La Bce rallenta il passo" dei rialzi dei tassi "ma inasprisce il tono". E' nel giudizio di Pasquale Diana, Head of Macro Research di AcomeA SGR, il senso delle indicazioni arrivate oggi da Francoforte che ha alzato di 50 punti base i tre tassi di riferimento, ma anticipando che "i tassi devono ancora 'aumentare in misura significativa a un ritmo costante'. Questo tono appare senz’altro più aggressivo rispetto a quello di ottobre".

"Le nuove previsioni macro rappresentano la parte più hawkish del messaggio della BCE di oggi" osserva Diana ricordando che "i rischi rimangono nella direzione di un’inflazione ancora più elevata, secondo la Lagarde. Questo spiega come mai la BCE veda la necessità di un inasprimento delle condizioni monetarie".

Ma l'analista segnala come "appare ragionevole pensare che la BCE sia meno unita al suo interno che nei mesi scorsi, adesso che il tasso sui depositi è salito dal -0,50% al 2%, un livello già restrittivo e destinato a salire ancora di più. Infatti, la Lagarde ha indicato che la decisione di oggi ha ricevuto ampio supporto ma non è stata unanime".

Per Altaf Kassam, Head of Investment Strategy & Research di State Street Global Advisors la mossa odierna "era stata ben prevista, ma è stata meno "scontata" della precedente" visto che "l'inflazione core si attesta ancora su livelli ostinatamente elevati, il che faceva propendere per un aumento di 75 o più punti percentuali". Kassam segnala come la Lagarde abbia ribadito che "questo rialzo ridotto non va interpretato come 'dovish' e non tradisce alcun cambiamento nell'orientamento politico restrittivo generale".

"Guardando avanti - aggiunge - non ci aspettiamo che la BCE rallenti nuovamente il ritmo dei rialzi dei tassi fino alla metà del prossimo anno, e non è probabile un taglio dei tassi prima del 2024. Dato il consenso sul rialzo odierno, le previsioni della BCE sull'inflazione per il 2025 sono state riviste al rialzo e hanno mostrato che il rischio per l'inflazione è ancora al rialzo. Come dimostrano queste previsioni, il 2023 si preannuncia un anno difficile e la Banca Centrale ha bisogno della massima flessibilità possibile".

Sandra Holdsworth, di Aegon Asset Management, osserva come "il ritmo di riduzione del bilancio della Bce rimane aperto a possibili revisioni, anche se questa apertura lascia immaginare più un aumento che una diminuzione. In sintesi, la BCE ha rilasciato una dichiarazione da falco, continuando a essere preoccupata per l'inflazione e in particolare per l'inflazione di fondo nel 2023, che dovrebbe essere in media superiore al 4,0%; la porta rimane aperta a ulteriori aumenti dei tassi di interesse e a un aumento dell'entità della riduzione del bilancio".

Secondo Hetal Mehta, Senior European Economist di LGIM, "l’azione della Banca Centrale Europea di oggi va a completare il set di quegli istituti di credito che hanno dato segnali inequivocabili sulla politica monetaria aggressiva che intendono attuare. Affermando che i tassi d’interesse devono continuare a salire e che il programma di quantitative easing si ridurrà la prossima primavera, la Bce si è accodata alle altre banche centrali nel creare un contesto monetario restrittivo. Nonostante l’area euro sia probabilmente già entrata in recessione e i prezzi spot dell’energia più bassi, i timori di Francoforte sull’inflazione non sono affatto scomparsi.”

Dave Chappell, di Columbia Threadneedle Investments, pone l'accento sul fatto che - all'annuncio del Quantitative Tightening - "i rendimenti obbligazionari sono saliti in seguito a questa notizia e i titoli di Stato dei paesi periferici hanno sottoperformato, in quanto si intravede un approccio di minor sostegno da parte della Banca Centrale".

Infine Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte, parla di "una Lagarde molto dura e netta che è arrivata a richiamare i mercati sul fatto che le aspettative sul tasso di approdo finale son troppo basse per poter essere compatibili con l'obiettivo del 2% in tempi celeri". "L'atteggiamento molto duro della Lagarde può essere sintetizzato da questa sua frase: 'We have more ground to cover, we have to go longer, and we are in this long game'. La BCE oggi - conclude Cesarano - ha dato l'impressione di voler sganciarsi dalla Fed che di fatto ha marcato stretto negli ultimi mesi". (di Massimo Germinario)

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