"Oggi come balneari siamo in piazza per difendere il lavoro delle nostre famiglie e dei nostri dipendenti, circa 30mila attività con una media di 10 persone ad attività, parliamo di oltre 300mila persone sono legate al mondo balneare". A dirlo all'Adnkronos/Labitalia Enrico Schiappapietra, vicepresidente vicario Sib, Sindacato italiano balneari aderente a Fipe/Confcommercio, in piazza SS Apostoli, a poche ore dall'inizio della 'Manifestazione nazionale dei balneari contro la legge vergogna', l'emendamento del governo sulle concessioni demaniali.
"Abbiamo commesso l'errore - spiega - di fidarci delle leggi dello Stato. Abbiamo parcheggiato la nostra autovettura che è la nostra azienda in un posto auto che lo Stato ci aveva concesso tanti anni fa. Ora ci si dice che dobbiamo mettere questo posto auto a gara e colui che lo vincerà abbia a titolo gratuito anche la nostra vettura. Noi quindi perdiamo l'azienda e tutti gli sforzi fatti in questi anni per valorizzarla, perdiamo il lavoro nostro, delle nostre famiglie e dei nostri dipendenti. Ci sembra un'ingiustizia grave. Oggi come balneari siamo in piazza con tutte le amministrazioni comunali e regionali".
"La norma sui balneari - afferma Enrico Schiappapietra - metterà in difficoltà e bloccherà tutto il sistema di offerta turistica del Paese e che ha contraddistinto la qualità del sistema Italia. Per le amministrazioni locali è impensabile gestire centinaia di migliaia di gare tutte nello stesso momento che porterebbero a infiniti contenziosi; non ci sono neanche i funzionari a sufficienza per gestire una cosa di questo genere".
"Capisco - sottolinea - che il cittadino del nord Europa, norvegese o danese, debba poter concorrere, ma noi italiani dove andiamo a concorrere, lì le attività balneari non ci sono. Noi stiamo aprendo un mercato all'Europa quando non c'è reciprocità. Invece nazioni come la Spagna, Portogallo e Croazia hanno normative più corporative e non aprono il mercato".
"Il disegno di legge sulle concessioni balneari - osserva il vicepresidente vicario Sib - è stato votato dal governo il giorno in cui la Russia ha invaso l'Ucraina. In questa fase credo che, così come sta succedendo in tutta Europa, si dovrebbe tutelare, difendere e supportare le piccole e piccolissime imprese familiari, come le nostre, che sono l'asse portante dell'economia italiana e cercare di preservare quello che di buono abbiamo in questo momento".